Storica, autrice, giornalista, docente, presidente della Proloco di Monreale dal 2019, Amelia Crisantino è motore e testa delle innumerevoli iniziative finalizzate interamente alla promozione e rivalutazione del territorio monrealese. Solo per citarne alcuni, in un elenco che non pretende di essere esaustivo ma solo esemplificativo, le collaborazioni con l’amministrazione per il raggiungimento di importanti risultati come l’inserimento della cittadina normanna nel circuito “Le vie dei Tesori”, uno dei più importanti progetti dedicati al racconto e alla scoperta del patrimonio paesaggistico e culturale della Sicilia, o di Monreale “Città che legge”, circuito di eccellenza che “quasi impone – per citare le parole della Crisantino – di progettare e fare rete, un progetto grazie al quale arriveranno dei finanziamenti, e che spero ci spinga a lavorare su noi stessi, per cambiare la nostra maniera di lavorare insieme”.
O ancora la riscoperta e valorizzazione delle figure di Rosalia e Pietro Novelli, la ‘’Storia a chilometro zero’’, la collaborazione con l’Arcivescovado, il convegno sulla Sicilia nel primo dopoguerra a partire da Monreale (dove nel 1920 viene ucciso il sacerdote Gaetano Millunzi) di cui stanno per essere pubblicati gli Atti, l’adesione a giornate internazionali come la ‘’festa della musica’’, la creazione del ‘‘Cammino dei Mille’’, itinerario di turismo lento che coinvolge tredici Comuni del territorio e che da Monreale segue il percorso fatto da Garibaldi e dai Mille per arrivare a Palermo. E poi iniziative sulla salute e sull’alimentazione, la partecipazione a ‘’Salva la tua lingua locale’’, concorso nazionale sulla scrittura in dialetto. E tanto altro ancora.
Per Amelia lo studio e la promozione del territorio sono quasi una vocazione, a cui dedica tutti i suoi sforzi: “Sono diventata Presidente della Pro Loco di Monreale perché cercavo un ‘’contenitore’’ – dichiara la Crisantino -. Fino ad allora ero stata socia, da una vita, solo del Centro siciliano di documentazione intitolato a Giuseppe Impastato, un centro di studi e militanza antimafia. Ma per Monreale volevo “esserci” praticamente da sempre. Ricordo che per molti anni ho insegnato alla scuola media annessa all’Istituto d’Arte, e non voglio dire che siamo stati i primi ma abbiamo realizzato laboratori sui vecchi mestieri oltre vent’anni fa. Ero con Franco Noto, Pina Romeo, Mariella Intravaia, Lidia e Mario Parisi: era la scuola proletaria di Monreale, eppure in un paio di anni abbiamo triplicato gli iscritti. Quindi, la decisione di lavorare per il territorio c’è da sempre, bisognava trovare il contenitore giusto e un’associazione come la Pro Loco era l’ideale. Così quando mi hanno proposto di essere la Presidente ho accettato con entusiasmo”.
“Volti di Monreale”, assegnati i riconoscimenti a 12 personalità, calendario in distribuzione
Ma c’è ancora tanto lavoro da fare per Monreale, e la Crisantino lo sa bene: “A Monreale il turismo ha dei caratteri difficili da eliminare. Arriva il turismo delle crociere, che destina solamente un paio d’ore per mettere la bandierina su ogni cosa e poi va via verso un’altra meta. Ma c’è anche il turista autonomo, il “cittadino temporaneo”. Ed è lui che dobbiamo conquistare: inventandoci un’offerta che sappia coniugare i nostri “attrattori” con la qualità del soggiorno, in generale con la cura della nostra città.
La Pro Loco accoglie e valorizza chiunque si spenda per il paese, cerchiamo di fare la nostra parte e di essere lievito per gli altri ma bisogna anche comprendere che una città monumentale come Monreale si valorizza puntando alle sue caratteristiche più particolari: abbiamo un bellissimo Duomo attorno a cui ruota la Storia, non solo quella del paese ma di una parte importante della Sicilia occidentale. E non c’è solo il Duomo. Monreale è stata capitale di uno dei più importanti “stati feudali” della Sicilia: mille anni di storia, un grande vuoto di cui ben pochi sanno almeno qualcosa”.
Ad oggi però a Monreale non si riesce a vivere di cultura, forse perché, come dice la Presidente della Pro Loco, “non ci crediamo abbastanza”. Di certo però è necessario comprendere che creare un’economia che si regga sul turismo è un processo lento che va creato e maturato: “Non basta avere il Duomo patrimonio Unesco se manca la consapevolezza – conclude Amelia -. E purtroppo non c’è molta attenzione per un elemento essenziale come la cura del territorio, qualcosa che poi finisce per coincidere con la qualità della vita”.