Segnala a Zazoom - Blog Directory

#Ilpuntodimacchia: La mia proposta per il Quirinale? È Marta Cartabia

La Cartabia non appartiene a nessun partito, ha prestigio indiscutibile, è donna, ha competenze specifiche nel campo della giustizia #Tantononlabrucio

Sono almeno tre o quattro settimane che l’argomento Quirinale lotta per conquistare i titoli di apertura di Tg, talk show e prime pagine di giornali cartacei e online contendendo il primato alla pandemia da Covid Sars 19. 

Ho deciso di cedere alla tentazione di esprimermi sull’argomento con il punto di vista di chi crede nella importanza dell’impegno politico, conserva tra i propri documenti personali una tessera di partito e coltiva quasi come una fede l’abitudine alla informazione quanto più ampia possibile, tuttavia partendo dai giornali tradizionali. 

Facile così scoprire che quest’oggi 20 gennaio, a 4 giorni dall’avvio delle operazioni di voto per eleggere il Presidente di tutti gli italiani, Il Corriere della Sera titola “Quirinale Trattative in Stallo”, La Repubblica “Draghi no di Lega e 5S” , La Stampa “Draghi al Colle divide i 5S”. 

Come dire che appare sempre più probabile che si arrivi allo scoperchiamento dei “catafalchi” della Camera e conseguente apertura dei cesti contenenti le schede elettorali per sentir leggere al Presidente Fico nomi magari mai pronunciati tra quelli “papabili” neppure dai giornalisti di più vecchia militanza parlamentare. 

Almeno per la prima o seconda votazione, quelle nelle quali, per conseguire l’elezione, serve una maggioranza “qualificata” impossibile da raggiungere tranne che per il ns. Presidente Mattarella nella ipotesi che lui riconsideri il proposito di non cedere alle richieste e lusinghe perché resti al Quirinale almeno fino alla fine della legislatura in corso. O a meno che non ci sia una conversione generale verso il nome di Draghi, cosa che mi appare dubbia almeno in misura plebiscitaria come le regole elettorali impongono o quasi o come, credibilmente, pare sia la “pretesa” dell’attuale PdC per rendersi disponibile per il Quirinale. 

L’adesione a un partito come il PD, inevitabilmente coinvolto in questa giostra perenne di riunioni vere e verificate, notturne e segrete, che si protraggono per ore o durano soltanto il tempo di un aperitivo, non mi impedisce, guidato da spirito indipendente cui la mente obbedisce, di formulare qualche osservazione critica in senso costruttivo su e per quanto si sia riusciti a mettere in campo fino a oggi, quando, ribadiamo, mancano 4 giorni all’inizio delle votazioni. 

Non cederò al facile ricorso ad un incipit del ragionamento che intendo esplicitare e che ricorre da tantissimo tempo ormai e sempre più spesso sui social, ma pure sulla bocca di qualche conduttore di talk show, direttore di giornale o, per far riferimento all’epoca contingente, a qualche professore, immunologo o scienziato di qualcos’altro, persino a attore o cantante in disarmo che esordiscono con la frase “…se fossimo in un Paese normale…”. 

Sono convinto e rivendico che siamo in un Paese assolutamente normale, viviamo per nostra fortuna in una Nazione Europea saldamente ancorata per costituzione e direi abitudini a principi democratici e non in procinto di esser vittima di una carestia. 

Certo è che, osservo, il dilagare del populismo in tutto il mondo, dilagare cui l’Italia non si è certo sottratta, ha convinto fin troppe persone, forse la maggioranza oggi a tutte le latitudini di aree politiche, che tutto, persino l’elezione del Presidente, sia roba facile e che i tatticismi di qualunque tipo sono biechi strumenti per la classe politica con il solo obiettivo di restare attaccati alle poltrone. 

Così è in parte ma è pure vero, a mio avviso, che da parte dei responsabili dei partiti di area progressista, e segnatamente del PD, ci si stia rendendo protagonisti di un attendismo che riesce di difficile se non impossibile comprensione a chi guarda in direzione di quell’area progressista rappresentata in larga parte dal Segretario Letta. 

E giudico pericolosa la tattica attendista, appesa a quotidiane dichiarazioni in politichese che ieri hanno avuto un triste epilogo nel testo assolutamente identico che Letta, Speranza e Conte hanno twittato per ribadire per l’ennesima volta obiettivi e strumenti comuni per arrivare a una elezione condivisa. 

E il mio giudizio è appeso a due considerazioni: la prima cui ho già fatto cenno secondo cui questa tattica riesce di difficile comprensione anche agli occhi di chi guarda a quell’area politica con favore, ma attende di ricevere messaggi più chiari e che siano soprattutto indirizzati verso il benessere della Nazione e dei cittadini piuttosto che – ben venga per carità – alla vittoria alle prossime elezioni. 

La seconda è una valutazione più nel dettaglio che esprimerò qui nella comoda consapevolezza di non poter creare “danni” di alcun tipo. 

Fermo restando che Mattarella non pare abbia alcuna intenzione di cedere ai pressanti inviti a restare al Quirinale, che appare a tutti opportuno se non necessario che Draghi resti a fare il PdC almeno fino a fine legislatura, che anche nell’ambito del CdX pare che i Salvini e Meloni si siano per fortuna convinti della impraticabilità della candidatura di Berlusconi, che si appalesa ed è chiara a tutti la necessità di trovare un nome non divisivo e non imputabile o attribuibile a una sola parte, credo di aver maturato la convinzione che il nome ci sia ed è quello di MARTA CARTABIA. 

La attuale Ministro della Giustizia – Lei sì Guardasigilli altro che Bonafede! – riveste la figura che tutti specialmente nell’area che fa capo a Letta, Speranza e Conte, ma non solo, sembrano cercare disperatamente. 

La Ministra racchiude in sé tutte le prerogative e caratteristiche invocate: non appartiene a nessun partito, ha prestigio indiscutibile, è donna in un contesto in cui tutti invocano la prima donna al Quirinale, ha competenze specifiche nel campo della giustizia in un frangente che impone interventi urgenti – che Lei sta già mettendo in piedi – , è persona di fiducia di Draghi, ma soprattutto queste prerogative impedirebbero, ritengo, a tutti gli esponenti a vario titolo del centrodestra di opporsi. Non potrebbe definirsi divisiva certamente. 

Qualcuno potrebbe obiettare che la Sig.ra Cartabia non ha mai rinnegato le proprie convinzioni conservatrici per esempio a proposito di aborto o i propri trascorsi in Comunione e Liberazione e si potrebbe continuare. Sono d’accordo, ma ribadisco che questi “tratti” ne fanno nome non contestabile dalla destra e comunque non potranno influire, rivestendo la carica di PdR, sul Governo del Paese in misura tale da poter provocare stravolgimenti normativi in quella direzione che non è certo quella di chi scrive. 

La soluzione ipotizzata mi appare talmente semplice e scontata che mi aspetto una uscita in tale direzione che mi renderebbe soddisfatto, senza però dimenticare o abdicare alle considerazioni sui tatticismi fatte prima. 

Resterebbe il rammarico di non poter vedere al Colle Mario Draghi a realizzare le sue più che legittime aspirazioni, ma gli auguro personalmente di avere fra sette anni forza e spirito per varcare la soglia del Quirinale da ottantenne. 

Concludo serenamente le mie considerazioni visto che la mia “visibilità” non potrà comportare il rischio che la bruci. 

Commenta la notizia

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.