Monreale, 17 gennaio 2017 – Benedetto Norcia è un artista nato e cresciuto a Monreale, a lui abbiamo riservato uno spazio nel nostro giornale per il suo ritorno nella nostra cittadina dopo quasi un trentennio.
Incontriamo l’artista presso l’ex Ospedale Santa Caterina, la Casa della Cultura è un luogo amato da Benedetto.
Ci dice che dalla Svizzera, sua nuova patria, ha seguito con trepidazione le vicende dell’ex Ospedale e quando ha ricevuto l’invito all’inaugurazione, per il 26 novembre, è stato felice di esserci e di organizzare nell’immediatezza una mostra con i suoi lavori.
Benedetto Norcia è cresciuto con l’amore per l’arte, ha frequentato l’Istituto per il Mosaico di Monreale e si ritiene fortunato perché durante la sua formazione si è imbattuto in docenti che hanno saputo infondergli il desiderio di continuare a credere nei suoi sogni. Pino Anselmo in primis e Piero Villanti sono stati i suoi maestri. Benedetto si recava da bambino nel laboratorio di mosaico del prof. Anselmo, nel quartiere Bavera, trascorreva in quel luogo i pomeriggi che poi avrebbero plasmato le sue idee. La collaborazione con il prof. Anselmo continuerà negli anni.
È un uomo sensibile, si emoziona al ricordo degli anni intensi dell’Accademia a Palermo, con voce malinconica ci parla dell’ambiente ricco di stimoli degli artisti del tempo. Si incontravano dopo le lezioni in alcuni localini limitrofi all’Accademia, piccoli salotti letterari e uno di questi era il preferito di Leonardo Sciascia. Benedetto lascia intendere che la formazione dell’uomo e dell’artista passa dalla città, dall’ambiente illuminato da “persone” che hanno lasciato segni indelebili nella memoria di chi li ha frequentati.
Incuriosito dalla cultura mitteleuropea, circa venti anni fa si trasferisce in Svizzera e lì apre un atelier di pittura, scultura, mosaico, incisione e restauro. Esegue diversi lavori tra i quali nel 2011 il restauro di un mosaico monumentale presso la dogana di Chiasso.
La sua arte è quindi un connubio di dote innata e stimoli provenienti dal contesto sociale e culturale. L’opera di Norcia non ha costrutto, è l’incarnazione del pensiero dell’artista incapace di dare risposte. Le sue creazioni generano domande, perché nascono in un luogo “altro”, il mondo interiore, il mondo delle idee e della poesia.
Le opere esposte sui tavoli da lettura della biblioteca comunale arricchiscono l’ambiente di forme e colori, incisioni e sculture in mosaico risultano un meraviglioso connubio dove l’arte impressa sui testi si arricchisce dell’arte fatta di minuscole tessere che scrivono, in maniera differente, sul sentire dei fruitori.
L’artista a conclusione della mostra si mostra soddisfatto dell’affluenza di visitatori e auspica la possibilità di allestire una mostra più completa in uno spazio espositivo che possa accogliere la sua collezione.
Grato per la disponibilità dell’amministrazione ha donato un’incisione al Santa Caterina dal titolo “L’Infinito”. È un acquaforte e acquatinta, un tentativo di armonizzazione tra il maschile e il femminile. I volti rappresentati incarnano le figure di Gesù Cristo e la Maddalena in un abbraccio che viene definito dalla treccia della donna che disegna il simbolo dell’infinito. L’infinito è inteso dall’autore come completamento reciproco tra maschile e femminile in una continua ricerca di sé nell’altro da sé.
Questo dono fatto a Monreale è una metafora che cela il forte legame con la terra natìa, quasi una richiesta da parte dell’artista di un richiamo per ritornare dall’esilio in patria. Speriamo che ci siano i presupposti.