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La diaspora dei giovani monrealesi: opportunità in Italia e all’estero

“La diaspora dei giovani monrealesi” conclude questo sabato il suo percorso. Ogni sabato abbiamo curato la nostra rubrica mettendo per iscritto le diverse voci dei ragazzi intervistati. Le loro esperienze hanno arricchito il nostro sentire, attraverso le loro testimonianze abbiamo vissuto le speranze, le illusioni, le aspettative tradite, i successi e la nostalgia di chi nella lontananza cerca di mantenere il ricordo della propria terra.

Ogni settimana abbiamo imparato che la preparazione di base è fondamentale per sfondare nel mondo del lavoro. Non basta allontanarsi dalla nostra regione, non è sufficiente spingersi verso altre nazioni se non si è carichi di spirito di sacrificio, se non si parla bene la lingua del paese ospitante, se non si possiede un curriculum di tutto rispetto. I laureati sicuramente hanno prospettive più rosee rispetto a chi ha conseguito un diploma, la maggior parte di questi ultimi trova lavoro come cameriere o riceve proposte di lavoro presso gli hotel.

Abbiamo compreso come la tassazione italiana sia una delle più alte dell’intero pianeta, ci siamo convinti che i giovani italiani non hanno alcun aiuto economico per continuare gli studi universitari, abbiamo vissuto attraverso le parole di ogni giovane il fallimento della politica italiana che non investe e non crede in un mondo del lavoro fatto da giovani. I nostri politici preferiscono ancora collocarsi nell’area infertile dell’assistenzialismo improduttivo che ciba gli italiani con il contentino degli 80€. Sottosviluppo delle idee. Sottosviluppo culturale. Mancata capacità di creare imprese e di mantenere quelle esistenti che reinvestono i loro capitali in luoghi come la Romania e  la Polonia, paesi dove è possibile avere agevolazioni fiscali, prestiti a tassi contenuti e Iva al 10% rispetto al nostro 22%.

Ringraziamo di cuore Piero, Lidia e le sue figlie, Alessandro, Gianluca, Marcello e Mirko Fenix Leto per aver condiviso con noi le loro esperienze e ci auguriamo che i  giovani possano con la loro forza e la loro determinazione cambiare un sistema logoro che è oramai incapace di innovarsi.

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