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La storia di Marcello Cangemi. A 24 anni è già un insegnante a Berlino e colleziona successi

Ridondante…

Comincerei il nostro ormai consueto incontro sulla pagina di Filo Diretto con questo aggettivo che non sta per ampolloso, barocco, enfatico. Ridondante rimanda a qualcosa che ha a che fare con ciò che è  conosciuto, ci riporta ad un suono che è già parte del nostro vissuto. Ogni settimana raccontiamo una storia diversa ma accomunata da quel “don” fra le sillabe ri- dan che riecheggerà tra i nostri pensieri, torturerà la nostra anima e ancora una volta sarà la causa di un malessere che ci porterà a sondare molti “perché”?

La storia di Marcello Cangemi è fatta di suono, di musica ma non di un suono qualsiasi, è una sinfonia dalle note uniche che è la sua vita.

Nasce il 20 luglio 1991 e dopo la maturità nel 2010 decide di iscriversi alla Sapienza di Roma seguendo i corsi di studi filosofici, dopo due anni abbandona la facoltà. Marcello prepara i suoi bagagli oramai avvezzo a non avere una dimora che sopisce i sogni, si libera da ogni zavorra e viaggia con la leggerezza, caratteristica di chi prende piena consapevolezza che quello è un viaggio importante, necessario per la sua realizzazione. Da Roma vola a Berlino ma prima di spostarsi in Germania prepara propedeuticamente il suo trasferimento frequentando corsi intensivi di lingua inglese e tedesca. A Berlino conosce Marco Morelli in un corso di produzione al SAE Institute di Berlino e insieme fondano il progetto “ohrenbetaubend”.

Come sarebbe stato difficile nella nostra terra… mi dice Marcello. Un progetto dedicato alla musica in Sicilia anzi in Italia è quasi sempre inquadrato come “hobby”, non è ritenuto “considerevole”. Ma il nostro “lavoro” e sottolinea Marcello, lavoro, nel 2015 ci porta all’LPM Festival di Roma per presentare un live audio-visual. Quando torna a Palermo, per sei mesi, incontra Giovanni Di Giandomenico con il quale crea un legame professionale e di amicizia e insieme fondano “Human as Possible”. Il duo si arricchisce dell’artista sonoro Aladin Ilou. Cominciano a fioccare le soddisfazioni…Cooproduzione dell’esordio solista del rapper palermitano Picciotto (Gente Strana  Posse) nell’album “Pizza Connection” uscito per Mandibola Records.

Marcello continua a crescere e tornato a Berlino intraprende gli studi di ingegnere del suono al SAE Institute, si diploma nell’ottobre dello scorso anno e già da un mese è stato inquadrato, come docente, con un contratto a tempo indeterminato.

Domandiamoci pure se in Italia è possibile o lontanamente auspicabile. Cosa? Avete letto la data di nascita di Marcello? Facendo i conti bastano poche dita, non è una bufala… A ventiquattro anni, a Berlino, Marcello insegna quello per cui ha studiato, quello che ama, la musica! Non ha fatto dopo la laurea corsi abilitanti che dopo qualche anno risultavano inutili per l’insegnamento e obbligatoriamente si era costretti ad affrontare altre infinite ore di studio per ottenere una nuova abilitazione sempre valida per l’insegnamento, c’è chi ne ha collezionate anche tre di abilitazioni!!! Ma non si insegnava, venivi inserito in graduatorie permanenti lunghe chilometri, cercavi allora rifugio nei corsi per diventare un frustrato insegnante di sostegno. Frustrato non perché l’insegnante di sostegno lo sia o perché non è un lavoro didatticamente gratificante ma solo per il fatto che diventava un ripiego per trovare uno sbocco nel mondo della scuola. Insegnanti di greco, di chimica, di lingua straniera abbandonavano i loro sogni rifugiandosi in quell’unica opportunità che dava pane

Marcello, invece, è un giovane docente che andrà in pensione, che non avrà le stampelle come molti insegnanti italiani che saranno dietro una cattedra fino a settant’anni, Marcello continua a collezionare successi, l’ultimo il 2 giugno al Teatro India di Roma.

Roma-Berlino…Berlino-Roma… Sembra un percorso che non prevede un ritorno, non prevede una tappa che stabilizzi Marcello nella nostra realtà.

Palermo per Marcello è una storia d’amore estremamente complicata, di quelle che ti mangiano l’anima, che ti succhiano ogni linfa vitale ma che trova sempre il modo di farsi perdonare mostrandoti anche solo per un misero lunghissimo secondo, la parte migliore di sé, una parte che nasconde con grandissima astuzia. E’ una storia d’amore malsana, quindi da fuggire.

Ho posto poche domande a Marcello, conosceva la nostra rubrica e mi ha inviato il materiale dal quale piacevolmente incantata ho prodotto questo articolo.

Una domanda che ho rivolto a lui è stata quella sulla nostra Monreale…

Marcello mi dice….Monreale è una bella signora ma di quelle che sono state deturpate dalla vita e che ora, tristemente, le vedi passeggiare in un viale e puoi sentire la eco di un’umanità di uno splendore che non c’è più. Non ho voglia di tornare, la mia è stata una reazione, andare via per sfuggire al degrado, quando una parte di me desidera di trascorrere qualche giorno nella terra tripunte l’altra parte attiva le difese immunitarie e cerca di starne lontano. La Sicilia se vuole indietro i suoi figli deve fare il primo passo, deve creare opportunità che gratifichino chi è preso in considerazione in mondi “altri” e tutto questo non credo assolutamente possa accadere realisticamente in tempi brevi.

Vi lascio all’ascolto delle musiche di Marcello Cangemi, suoni che nascono da un’attenta lettura della realtà, delle movenze, degli ambienti nella loro multisfaccettata diversità e diventano lente che ingrandisce e amplifica il vissuto divenendo megafono per chi distratto tralascia nella convulsa generalizzazione l’analisi dei particolari. Marcello…un’altra tessera di mosaico che manca per dare splendore alla nostra Monreale, un buco nero nel tessuto musivo che rende più oscura la vita della nostra cittadina, ci manchi e dichiaro al plurale, come se a parlare fossero tutte le voci dei 30000 abitanti, che siamo gelosi dei tedeschi che vedono troppi di noi insegnare nelle loro scuole, lavorare nei teatri, nei cantieri, nei luoghi dell’arte e dell’anima.


80,89 – Eine Rauminstallation from theaterwerkstatt SCHLACHTHOF on Vimeo.

Grazie Marcello e un grazie particolare da parte mia per le parole con cui hai concluso la nostra conversazione, le riporto integralmente: E’ come se in un mondo post-apocalittico completamente al buio, delle persone andassero in giro con una candela. Tra esseri umani con le candele ci si riconosce…

Io ti riconosco!

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