Pegaso Stay Tourist è il software acquistato dal Comune di Monreale e che tutti gli operatori turistici locali dovranno utilizzare obbligatoriamente. Consentirà loro di gestire in modo semplice e diretto – spiegano dal comune – l’imposta di soggiorno per le strutture ricettive. Servirà anche a semplificare la comunicazione tra le strutture stesse e gli uffici comunali “nel rispetto dei criteri di efficienza e trasparenza”, ma anche di inviare i dati dei clienti alla Questura.
La novità, presentata come una piccola rivoluzione a beneficio dei gestori di strutture ricettive, in realtà ha lasciato questi ultimi molto perplessi.
“Ci sono diversi buchi nel programma – fa sapere un operatore che preferisce rimanere nell’anonimato -. Intanto non mi consente di stampare la ricevuta per l’ospite. Poi non mi dà la possibilità di inserire l’esenzione dal pagamento della tassa di soggiorno per i cittadini residenti a Monreale. E a me capita, seppure non spesso, di ospitarli.
A conti fatti il sistema non mi fornisce alcun valore aggiunto, né mi semplifica in modo significativo il lavoro che già svolgevo, dato che già mi ero creato i miei file excel dove inserire i dati del cliente e calcolare la tassa, così come avevo predisposto i moduli da inviare al comune e le ricevute da rilasciare al cliente. Adesso si tratta di cambiare il mio modo di lavorare senza alcun valore aggiunto”.
Il sistema consente di creare automaticamente il file con i dati dei clienti da inviare alla Questura, sempre attraverso il sito “alloggiati web”. “Un contributo davvero insignificante. Inserire i dati nel portale della Questura mi costava al massimo due minuti”.
Abbiamo aperto e visionato il Pegaso Stay Tourist. Il gestionale sembra ben fatto, e allegato vi è un manuale di istruzioni per l’utente. Ma pare che non per tutti sia così intuitivo.
Alcuni operatori, seppur apprezzano lo sforzo fatto dall’amministrazione, si chiedono come mai, prima di lanciare il programma e renderlo operativo e obbligatorio, non sia stato fatto un briefing agli utenti da parte della società che lo ha creato così da spiegarne il funzionamento e scioglierne eventuali dubbi.
“Avrei apprezzato che l’amministrazione – spiega un altro gestore – ci avesse coinvolto nella fase progettuale. Se qualcuno degli operatori avesse potuto dare il proprio contributo alla società nella fase di creazione del gestionale avremmo potuto proporre ulteriori funzioni da espletare, e soprattutto evitato che fossero presenti alcune lacune”.
Insomma, per i gestori, quella che è stata presentata come una vera rivoluzione rappresenta in realtà un minuscolo passo verso la semplificazione del loro lavoro.
“La vera rivoluzione non passa da un sistema che poco contribuisce a snellire il nostro lavoro, rispetto a quanto già facevamo – fa eco un altro gestore -. Il servizio davvero utile è stato implementato ormai in molti comuni d’Italia. Da quelli piccoli, come può essere Monreale, a quelli molto più grandi. Sia a Roma, ma anche nella vicina Palermo, è stato stipulato un accordo tra il comune e una delle piattaforme più utilizzate per case vacanze e affittacamere. Parlo di Airbnb”.
Cosa succede al cliente che prenota una sistemazione a Palermo?
In pratica la tassa di soggiorno viene inclusa nel costo della prenotazione del soggiorno pagato alla nota piattaforma di home sharing, e da questa versata direttamente nelle casse comunali con cadenza trimestrale. L’accordo firmato dal Comune di Palermo e da Airbnb risale al febbraio del 2018. “Questa è la vera svolta che ci saremmo aspettati dal comune di Monreale, perché davvero ci esonererebbe dalla riscossione dell’imposta di soggiorno e dal successivo versamento al comune”. Senza considerare che questa soluzione persegue anche l’obiettivo di ridurre il rischio dell’evasione dell’imposta.
Ma l’argomento tassa di soggiorno per i gestori rimane molto caldo. L’incasso proveniente dalla tassa di soggiorno deve essere destinato a finanziare interventi in materia di turismo, manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali.
L’articolo 3 del regolamento comunale prevede, nero su bianco, che il consiglio comunale, attraverso un percorso di ampia partecipazione con le categorie degli operatori del settore e dei lavoratori, in sede di approvazione del Bilancio di previsione, ne individuerà la destinazione.
“Il regolamento parla chiaro, ma non siamo ancora stati convocati per stabilire insieme come investire queste somme – spiega laconicamente un operatore turistico -. Io, in un solo anno, ho anche versato 5.000 € di tassa di soggiorno. Che fine hanno fatto o faranno queste somme? A noi, operatori del settore, non ci è stato mai comunicato”.