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Il Cammino dei Mille, 170 km di percorsi naturalistici sulle tracce di Garibaldi, intervista a Luciano Tusa

Un esempio di turismo lento, esperienziale, salutistico e naturalistico, 170 km da Piano Renda, sopra Giacalone, fino ad arrivare a Palermo

Sulle tracce di Garibaldi e dei famosi garibaldini si articola il Cammino dei Mille, percorso naturalistico a tappe lungo circa 170 km che si inoltra nella provincia di Palermo partendo da Piano Renda.

Un percorso che combina natura, sport, turismo, storia all’interno di un paesaggio vario e sempre interessante tra città, montagne, fiumi, boschi, laghi e che si conclude nel cuore di Palermo, a palazzo Steri, un luogo con una forte evocazione storica e simbolica.

Il Cammino dei Mille nasce su iniziativa e grazie all’impegno e all’abnegazione della Pro Loco di Monreale, presieduta dalla prof.ssa Amelia Crisantino.

Abbiamo intervistato Luciano Tusa, uno degli organizzatori del Cammino e studioso delle dieci tappe che lo compongono: “il Cammino dei Mille nasce da un’idea di Stefano Lo Coco, mio grande amico e guida escursionistica, a seguito della lettura di un testo di uno storico appassionato di alpinismo, Pietro Merenda, autore di due guide pubblicate con il Cai attorno il 1910, in occasione del cinquantenario dell’impresa dei mille. Le guide, che ricostruiscono le battaglie di Garibaldi attraverso i suoi movimenti nel territorio palermitano, avevano come obiettivo ultimo costruire quell’identità sociale italiana che ancora non si era cementata negli animi della popolazione della neonata Italia. Guide con scopi patriottici dunque che, attraverso il disegno di gite sociali, si proponevano di alimentare l’identità e il sentimento italiano. Nello specifico, soprattutto una delle due guide, ricostruisce esattamente le mosse che Garibaldi studiò e percorse da Piano Renda, sopra Giacalone, fino ad arrivare a Palermo”.

Il Cammino, composto da 10 tappe, si snoda dunque sulle orme della storia ripercorrendo, con qualche piccola licenza poetica, il percorso dei mille tra difficoltà e successi.

“Non pensate che andò tutto liscio come l’olio – continua Luciano -. Anzi, Garibaldi trovò spesso opposizione da parte dei borboni che seguivano attentamente le sue tracce, come già all’inizio del cammino che ripercorriamo, durante la prima tappa. Idea di Garibaldi era infatti arrivare a Palermo scendendo da Monreale ma, trovando opposizione proprio da un presidio borbonico, cambia rotta e decide di dirigersi, di notte, verso Altofonte attraversando le montagne. Arrivato a Poggio San Francesco però, il patriota si accorge di un’altra barriera borbonica e dunque, non potendo neanche pensare di affrontare direttamente l’esercito dei Borboni per la abissale inferiorità numerica ed organizzativa, ripiega verso la valle di Baglio di Pianetto dove divide i suoi: una parte prosegue verso Corleone e una parte, con esso stesso in persona, verso Marineo”.

 

Ed il cammino dei Mille, per l’appunto, proprio in questo punto si diversifica in due varianti: una via breve che taglia verso Marineo e una più lunga che si dirige verso il bosco di Ficuzza per proseguire poi verso Mezzojuso, Villafrati, Cefalà Diana, Godrano per arrivare poi a Marineo. A questo punto le due vie alternative tornano ad unirsi e il cammino prosegue verso Misilmeri.

“Vorrei inserire una piccola precisazione di carattere storico – prosegue Tusa – : Garibaldi e i suoi mille compagni non avrebbero potuto percorrere neanche un chilometro senza l’appoggio di una sorta di ‘protomafia’ che ha permesso la loro avanzata. La spedizione, insomma, ha avuto la fortuna di innestarsi nell’ambito di una sorta di resistenza del territorio ai borboni grazie anche all’appoggio sommerso di potenze straniere come gli inglesi. I garibaldini erano per la stragrande maggioranza appartenenti alla medio borghesia intellettuale, mossi da forti sentimenti di patriottismo e dalla passione risorgimentale”.

Il Cammino dei Mille, seguendo le tappe di Garibaldi, prosegue così per Gibilrossa, luogo simbolo particolarmente conosciuto anche per la presenza di un obelisco a memoria dei fatti storici lì accaduti, ed infine verso Palermo. Un cammino lungo 164 km disegnato minuziosamente sulle montagne attorno Palermo quasi a formare un semicerchio. E ciò che più stupisce, inoltrandosi nel percorso, è che pur camminando sulle montagne e attraversando boschi e ogni sorta di paesaggio, non si perde mai di vista il mare.

Un turismo lento, che ammira la natura e che apprezza e combina cultura, conoscenza e incontro attraverso un cammino ricostruito grazie ad un lavoro intensivo che lo stesso Luciano Tusa, con Stefano Lo Coco e pochi altri appassionati, hanno percorso in prima persona identificando tutti i singoli luoghi descritti dal Merenda. Un itinerario da percorrere rigorosamente a piedi, come ci suggerisce Tusa. “Anche la mountain bike o il cavallo avrebbero problemi a percorrere certi tratti del cammino. È un percorso che viene pensato e nasce come un itinerario di trekking e che si ispira, con le dovute differenze e le diverse motivazioni, al cammino di Santiago o di San Francesco. È un itinerario naturalistico che, oltretutto, incontra il favore di sempre più persone che, soprattutto dopo la pandemia, hanno iniziato ad apprezzare un turismo differente, lento, salutistico, a stretto contatto con la natura”.

Come suggeriscono gli analisti del turismo, di fatto, si è registrata negli ultimi due anni una forte crescita dell’interesse verso il turismo naturalistico ed esperenziale in cui la valenza storica è uno spunto di partenza e senz’altro un valore aggiunto che regala una impagabile consapevolezza storica.

“Una cosa assai sorprendente che mi preme sottolineare – continua Luciano Tusa – riguarda proprio il nostro territorio. Soprattutto noi siciliani della provincia di Palermo siamo abituati a lamentarci, a volte a ragione, del feroce abusivismo edilizio che ha fagocitato la Conca d’Oro e le aree circostanti. Abbiamo maturato un sentimento di delusione e rassegnazione rispetto alla devastazione del nostro territorio. Ed invece, come ho avuto modo di constatare personalmente nella costruzione del Cammino, chiunque lo percorresse si stupirà della bellezza a tratti sconvolgente del territorio che circonda Palermo. La conformazione orografica di questa parte del territorio ha infatti arrestato l’avanzare del cemento. Le montagne attorno la Conca d’Oro hanno di fatto creato una sorta di anfiteatro attorno alla città che ha reso non facile gli insediamenti di tipo industriale: hanno fatto da argine alla devastazione. Credetemi, il nostro territorio cela angoli sorprendenti e meravigliosi. E vi dirò di più: molte aree sono nettamente migliorate rispetto al passato: una parte del mio lavoro nel ricostruire il Cammino è consistito nell’individuare i luoghi fotografati da Pietro Merenda agli inizi del 1900. In maniera certosina ho riconosciuto e ricostruito i luoghi confrontandoli con le foto dello studioso e ho notato che una volta, ai tempi delle foto appunto, le montagne che ci circondano erano delle pietraie brulle e aride. Adesso invece chilometri e chilometri di bosco ricoprono il territorio, pensate che oltre il 50% del cammino si articola al fresco degli alberi: pensate a San Martino delle Scale, Pioppo, Giacalone e Fontana Fredda, Poggio San Francesco, Altofonte e La Moarda, Ficuzza, per poi passare, dopo Gibilrossa, tra gli agrumeti di Ciaculli che vanta coltivazioni estesissime. Il cammino è naturalisticamente godibile e sorprendente soprattutto per gente che viene da fuori e che è abituata a territori molto più monotoni come quelli della mitteleuropa”.

Il Cammino però, bisogna dirlo, presenta ancora qualche criticità che Tusa e i suoi stanno cercando di risolvere.

“Il tallone di Achille del cammino è la ricettività: ci sono paesi che non sono abituati al turismo e non sono attrezzati per accogliere i camminatori. Pensate a Mezzojuso o Misilmeri, non sono adeguate. E noi vogliamo che chiunque percorra il cammino non abbia questo tipo di problemi. Vogliamo che sia non solo una traccia ma qualcosa di più organizzato e strutturato e per questo abbiamo coinvolto i 12 comuni che il cammino attraversa per creare una rete di operatori economici e di strutture ricettive convenzionate che possano servire da supporto fattivo ai camminatori. Ed il supporto degli enti, in questo caso, è stato ed è fondamentale. Siano riusciti a stringere dei protocolli di intesa con i vari Comuni, di cui Monreale è Comune capofila”.

Il Cammino dei Mille sarà inaugurato ufficialmente dal 18 al 27 maggio, periodo che corrisponde ai giorni in cui Garibaldi percorse le 10 tappe ma il sito è già online all’indirizzo www.ilcamminodeimille.it, ed esistono le pagine Facebook e Instagram, a cui riferirsi. È stato inoltre presentato in tv nella trasmissione di Licia Colò “Il mondo insieme” ed è stato inserito nella guida di Sicilia “I Cammini” di la Repubblica. Pare inoltre che a breve anche Geo&Geo accenderà i riflettori sul cammino dei mille.

“È stato fatto tutto su base volontaria – conclude Tusa – e spero che questo meraviglioso progetto possa prendere davvero il volo e, perché no, magari potrebbe diventare col tempo anche un vero e proprio lavoro per qualcuno. Intanto è un meraviglioso regalo che abbiamo deciso di fare alla comunità”.

Per lo spot de Il Cammino dei Mille clicca qui

 

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