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Monreale e quella lotta all’abusivismo delle strutture ricettive mai partita ma tanto attesa

A Monreale è tempo di controlli, ancora la maggioranza delle strutture ricettive risulta abusiva, non versa la tassa di soggiorno, applica una concorrenza sleale agli operatori in regola

MONREALE – Vie dei tesori, sagra del pane, festa della birra e altri eventi gastronomici, estate monrealese, spettacoli, il cammino dei mille.

Sono solo alcune delle numerose le iniziative che l’amministrazione comunale ha messo in campo negli ultimi anni – covid permettendo -, grazie al coinvolgimento di diverse realtà associative, per fare crescere i flussi turistici nella città normanna. Scelte importanti per costruire, mattone dopo mattone, una industria del turismo e lasciare al passato quello del tipo “mordi e fuggi”.

Molti operatori stanno provando a puntare sulle risorse naturalistiche, artistiche e culturali offerte dal comprensorio monrealese. Negli ultimi anni sono nate numerose strutture ricettive per offrire ospitalità agli avventori. Molti semplici cittadini si sono improvvisati piccoli imprenditori, trasformando in casa vacanza un appartamento disabitato. In alcuni casi hanno fatto un investimento per ristrutturarlo e per arredarlo.

Fino a poco prima dell’inizio della pandemia, che ha contratto drasticamente gli arrivi a Monreale, sulle più importanti piattaforme di ricezione turistica, Airbnb e Booking.com, si erano registrate circa 80 strutture ricettive, tra B&B, case vacanze, affitta camere. Ma di queste solamente un quarto risultavano regolarmente registrate. Una ventina, che riscuotono e versano al comune la tassa di soggiorno, pagano le tasse allo stato, sono in regola con la normativa relativa alla sicurezza, mantengono alti standard di pulizia. Tutti elementi che comportano un significativo aumento dei costi di gestione, e, di conseguenza, delle tariffe applicate alla clientela.

A fronte di chi lavora nella massima trasparenza vi sono invece numerose strutture fantasma. E purtroppo rappresentano ancora oggi la maggioranza dell’offerta monrealese. I loro gestori, non dovendo coprire gli stessi costi sostenuti dai colleghi, riescono ad applicare tariffe più competitive. Si viene quindi a creare una forma di concorrenza sleale, più volte denunciata dagli operatori “ufficiali”.

Ma anche da alcuni politici locali. Era il 10 settembre 2019 quando i consiglieri Mimmo Vittorino e Giuseppe Di Verde chiedevano di verificare se tutte le strutture alberghiere effettivamente versassero la tassa. “Diversamente – dichiarano – si sta perdendo un sostanzioso gruzzoletto utile per migliorare l’attrazione turistica”.

Con un’interrogazione avevano chiesto più controlli per scovare il nero nel settore. “Fra qualche giorno – aveva dichiarato l’assessore al Turismo Geppino Pupella – partirà un’iniziativa per verificare, attraverso gli uffici comunali, chi è in regola e chi non lo è”.

La lotta all’abusivismo non è mai partita. Lo scoppio della pandemia, e la temporanea chiusura di molte attività ricettive, non consentì allora al comune di procedere con i controlli. Ma adesso i flussi turistici sono ripartiti, la Sicilia si prefigura tra le mete più ambite dai turisti. I tempi sono maturi perché venga intrapresa la lotta contro l’abusivismo nel settore. È tempo di garantire gli operatori sani.

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