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L’insostenibile leggerezza dell’essere: frammenti del vissuto umano

Il romanzo più importante e più famoso di Milan Kundera

L’aria di queste ore è pesante. Un conflitto militare, un’invasione in piena regola, ha colpito l’Europa e l’Ucraina in particolar modo. Non sarà certo questa modesta rubrica a pontificare su quello che viviamo. Non nego che la scelta del libro di questa settimana è stata influenzata dalle vicissitudini in quel di Kiev. Il romanzo in questione è L’insostenibile leggerezza dell’essere (Adelphi, 336 pp., 12 euro), uno di quei libri da celebrare, tramandare e lasciare come eredità a chi vuol cominciare l’arduo compito della lettura. L’autore è Milan Kundera, ad aprile 93 anni, uno dei più grandi romanzieri di sempre. La sua storia personale merita di essere approfondita, anche alla luce di quello che sta succedendo in questi giorni. Scrisse questo romanzo (il suo più importante e più famoso) negli anni Ottanta, riscuotendo successo di pubblico e critica.

Kundera racconta quattro personaggi: Tomas, Tereza, Sabina ed infine Franz. Tomas è un eccellente chirurgo che gode di gran fama. Oltre al suo lavoro svolto impeccabilmente, l’altro elemento imprescindibile della sua vita è la donna. Ne frequenta molte, non si sa se per un proprio appetito o per cercare un qualcosa non ancora trovato. Nella sua vita un giorno appare Tereza. Comincia uno scambio di intimità e di intensi sensi che d’improvviso si trasformano in quello che Tomas non sospettava: amore, innamoramento. Lui ne ha timore, ha paura di perdere la sua routine, teme che l’amore possa anche danneggiarlo nella sua quotidianità di perfetto professionista. Tomas la tradirà con Sabina, più idealista e meno legata alle cose terrene rispetto Tereza. Sabina che a sua volta intratterrà una relazione con il professore universitario Franz.

Un confronto, un vortice di sentimenti. Kundera, con una scrittura razionale e a tratti metafisica, analizza il sentimento umano e come esso possa essere succube dell’incertezza. Lo scenario del 1968, di Praga, della Cecoslovacchia dei problemi politici e sociali non sono degli ostacoli a queste anime umane in preda a desideri di stabilità, nonostante quest’ultima in fondo faccia paura. Destini umani tracciati come fotografie, tragedie, grandi teatri in cui il sipario non si chiude mai, gli attori recitano senza copione, in preda al destino, all’amore, al senso del niente e del tutto. Consoliamoci, anche così.

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