Dal 1999 si celebra la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in memoria delle sorelle Mirabal, trucidate nel 1960 a causa della loro militanza politica contro la dittatura che dilaniava la Repubblica Dominicana.
Da allora il 25 novembre diventa l’occasione per fare opera di sensibilizzazione su un dramma che ha dimensioni, anche in Italia, ben maggiori di quanto si possa immaginare.
Questo perché spesso i casi di violenza si consumano all’interno delle mura domestiche.
In Italia, da poco più di un anno, ha fatto il suo ingresso nell’ordinamento penale il codice rosso con l’obiettivo di prevenire il Femminicidio e proteggere le vittime.
Ormai da tempo le scuole, assieme ai centri anti-violenza, alle associazioni, alle forze di polizia, sono impegnate per incidere profondamente sull’aspetto culturale, che oggi rappresenta la causa più profonda dei vari episodi di violenza di genere. Violenza fisica, psicologica, o legata alla discriminazione della donna, che viene metabolizzata dai ragazzi tra le mura domestiche e quindi replicata da adulti.
Quest’anno le manifestazioni, un po’ ovunque, si stanno tenendo in una forma più attenuata.
Alla poetessa monrealese Mariella Sapienza abbiamo chiesto di recitare in versi il suo NO alla violenza, il suo grido da donna che chiede rispetto per le donne. Per tutte le donne.
“Donne con le gonne corte, Donne spettinate, Donne ubriache di sole, Donne piene d’Amore, Donne senza figli, Donne innamorate, Donne col pancione, Donne in un agone”, recita un passo della sua bellissima poesia. “Noi vogliamo il cielo in una stanza” è dedicata all’universo femminile, ma è “gridata” soprattutto a quegli uomini che usano violenza alla donna, forse perché non ne hanno scoperto la ricchezza.
Alle sue parole abbiamo voluto accostare le immagini di alcuni quadri realizzati da Pina Cirino. La pittrice monrealese, insegnante della scuola primaria dell’I.S.S. Veneziano-Novelli, in molte delle sue opere ha trovato ispirazione dal mondo femminile. È in alcuni quadri traspare la tristezza e l’angoscia provata da quelle donne mortificate e private della loro dignità.