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“Insegniamo ai nostri figli ad affrontare le difficoltà, non ad aggirarle”

Il rischio zero non esiste, ma la scuola è oggi tra i luoghi più organizzati per ridurre al minimo il rischio di contagio

PIANA DEGLI ALBANESI – Abbiamo incontrato, virtualmente,  Giuseppe Russo, il Dirigente Scolastico dell’ICS Skanderbeg di Piana Degli Albanesi. Il sindaco, quindici giorni fa, a seguito della scoperta del primo caso covid, aveva disposto la chiusura della scuola. Fortunatamente, l’istituto è stato riaperto e gli alunni sono potuti tornare in sicurezza nelle aule lasciate vuote proprio il primo giorno di scuola. Al Dirigente abbiamo chiesto della Didattica a Distanza, della sicurezza e delle preoccupazioni degli studenti e dei loro genitori.

Al tempo del coronavirus, qual è la maggiore difficoltà da affrontare per offrire agli studenti un ambiente sicuro?

La difficoltà maggiore sta nel far comprendere che la scuola non è un ambiente chiuso e che per quanto ci si organizzi per mantenere il distanziamento di sicurezza, scaglionare gli orari, prevedere nuovi percorsi di ingresso ed uscita, rimodulare i regolamenti, fornire gel virucida e mascherine, sanificare quotidianamente, tappezzare di segnaletica orizzontale e verticale tutti i plessi scolastici, alla fine nulla di tutto questo riesce ad avere effetto adeguato senza un coerente comportamento da parte di tutti fuori dalla scuola.

Durante il lockdown, la Didattica a Distanza ha rappresentato l’unico mezzo che abbia consentito la continuità didattica. Tale tecnica comporta l’uso di dispositivi elettronici da parte degli studenti. Quali sono state le strategie adottate dalla scuola per assicurare il diritto allo studio anche a quegli studenti che non potevano permettersi l’acquisto di un dispositivo adeguato?

Abbiamo acquistato SIM per il collegamento dati e nuovi pc portatili; abbiamo distribuito i dispositivi a quegli alunni che i docenti hanno verificato avere difficoltà nei collegamenti per la DaD. Le richieste sono state tutte esaudite. Ma bisogna aggiungere che non basta fornire i dispositivi necessari, bisogna anche saperli fare funzionare ed usare, e non tutti ne sono stati in grado. Per alcuni che abitavano in campagna abbiamo inoltre dovuto constatare che la difficoltà derivata dalla debolezza della linea.

Secondo lei, chiudere le scuole dopo la scoperta del primo caso di covid a Piana degli Albanesi, è stata una buona idea?

Tengo molto al rispetto reciproco tra istituzioni e alla separazione delle competenze. Alla scuola spetta solo recepire le Ordinanze Sindacali. Non ho nemmeno le informazioni complete che mi consentirebbero di esprimermi adeguatamente in merito. Per spirito di collaborazione mi sono sentito di segnalare al Sindaco un Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità che potrebbe essere d’aiuto in questi contesti.

Qual è il consiglio che si sente di dare ai genitori più apprensivi?

Ai genitori più apprensivi racconto sempre che anch’io appartengo alla loro medesima categoria… Ma essendone cosciente, mi controllo e razionalizzo, soprattutto perché a genitori apprensivi che non si controllano corrispondono per conseguenza figli insicuri e poco autonomi. Dobbiamo insegnare ai nostri figli ad affrontare le difficoltà, non ad aggirarle. La scuola è oggi tra i luoghi più  organizzati per ridurre al minimo il rischio di contagio. Ma il rischio zero non esiste e, come dicevo prima, tutto dipende dai comportamenti di ciascuno dentro e fuori dalla scuola: distanziamento, mascherine e pulizia frequente delle mani. 

La scuola rappresenta ancora un punto di riferimento per le famiglie?

Lo è più di quanto si creda, ma meno di quanto si potrebbe e dovrebbe.

Prof- Giuseppe Russo – Dirigente Scolastico dell’ICS Skanderbeg di Piana Degli Albanesi

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