Monreale, 15 dicembre 2017 – La Settimana dello studente lascia spazio per due giorni all’Open day. Il 15 e 16 dicembre porte aperte nel Liceo Basile per la presentazione dell’offerta formativa, ma da lunedì della settimana prossima si riprenderà fino al 20 dicembre.
Per il quarto anno il Liceo Basile ha organizzato la Settimana dello studente: assemblee, seminari, dibattiti, laboratori, cineforum. Ma anche corsi di recupero nel programma stilato e portato avanti da lunedì 11 dicembre dagli studenti dell’istituto statale. Inoltre, nelle aule si lavora per la Notte dei Licei prevista per gennaio prossimo. Poi c’è chi, tra i futuri diplomati, approfitta di questi giorni per prepararsi ai test per l’università.
Le attività programmate dai ragazzi, con la supervisione dei docenti, sembrano essere un nuovo modo di vivere la scuola e i suoi spazi, un momento per sviluppare capacità comunicative e migliorare le relazioni. A raccontarlo sono gli stessi studenti che da giorni, più che da dietro ai banchi, stanno in cerchio a discutere.
Per sette giorni nuovi modelli di apprendimento vengono proposti dal basso, gli studenti dello scientifico danno una mano a quelli del classico e viceversa. I più grandi seguono i nuovi arrivati. Di certo non manca lo svago e il divertimento nelle classi del Liceo, ma per fortuna gli studenti che scelgono di rimediare chiedendo di essere interrogati non mancano. Saranno delle mosche bianche? La Settimana condotta dal Liceo Basile ha prodotto dei buoni risultati? Per le risposte è ancora presto, le somme potranno essere tirate – dicono all’unisono insegnanti e rappresentanti d’istituto – solo alla fine. La fine dell’esperienza e dell’anno scolastico saranno solo alcuni degli indicatori.
“Durante la prima ora si fa assemblea, ogni studente deve essersi iscritto alle attività pianificate. Non ci sono ragazzi che restano senza far nulla, perché abbiamo dei registri dove monitoriamo la partecipazione”. Dicono i rappresentanti d’Istituto Alessandro Miceli, Giovanni Noto e la studentessa Alessandra Faranda.
“Non è un’occupazione nè un’autogestione – precisano i due rappresentanti – è un modo per socializzare ed è previsto dallo Statuto dello studente”. Infatti il dubbio che l’occupazione si sia travestita da Settimana dello studente si è insinuato in molti adulti, altri genitori sono critici, pensano che sia un modo per prolungare le vacanze natalizie, e sono rammaricati dall’idea che i figli non possano completare il programma didattico. Ma i ragazzi smontano questa ipotesi, così come alcuni docenti: “Sono liberi di organizzarsi ma noi ci siamo sempre”. “Il programma non non esiste più a livello normativo – dice la professoressa Cicatello -, i docenti devono piuttosto tener conto nella propria progettazione delle indicazioni nazionali. È chiaro che scegliamo contenuti, argomenti e temi anche in relazione all’esame di stato. Oggi non si programma più ma si progetta in maniera multidisciplinare. La settimana dello studente se ben progettata non costituisce un ostacolo bensì un valore aggiunto“.
“Si studia ma in modo diverso – racconta l’insegnante di Latino e Greco – i giovani hanno la possibilità di scegliere cosa studiare e con quale professore”. Di base una prospettiva metodologica diversa si delinea nella Settimana dello studente, purché sia ben strutturata e vissuta con responsabilità. I docenti vengono coinvolti in un assetto diverso, la professoressa Giordano ha tenuto un seminario sul tema della Globalizzazione. Svolti diversi dibattiti sociali – dicono i rappresentanti d’istituto – come violenza di genere, femminicidio, bullismo, mafia e la situazione attuale dei giovani.