Monreale, 8 dicembre 2017 – Con il passaggio di Rosario Li Causi dal Partito Democratico alla formazione “Popolari e autonomisti” di Saverio Romano la compagine assessoriale monrealese ha acquisito una nuova colorazione. E’ la dimostrazione che, in fondo, a livello comunale, è anacronistico parlare di destra e sinistra e si può benissimo stare intorno allo stesso tavolo e discutere di politiche di crescita per la città partendo da ideologie differenti?
Monreale laboratorio politico? O si tratta semplicemente di un riposizionamento, propedeutico solamente a trovare nuovi spazi di manovra in vista di futuri appuntamenti elettorali?
Di certo c’è che l’agenda degli ultimi 18 mesi di amministrazione Capizzi potrebbe essere dettata da un think tank costituito, almeno ufficialmente, da uomini e donne di centro destra e di centro sinistra.
Un fatto che si è tradotto, per alcuni esponenti politici del PD, nella richiesta di chiarimenti rivolta al sindaco Capizzi, chiamato a chiarire con chi vuole portare avanti il suo progetto politico.
Una storia, quella dei cambi di casacca, che non appassiona più oramai tanti cittadini. Forse perché troppo abituati a vederli, sia a livello nazionale come a livello locale, tanto da accettarli come fisiologici, ma soprattutto perché interessati a valutare i rappresentanti politici più dai risultati conseguiti che dai partiti di appartenenza.
Poco importa se il PD abbia avuto un capogruppo in consiglio comunale, Mimmo Vittorino, già ex assessore nella precedente giunta Di Matteo, oggi tornato nell’area di centro destra, o se Rosario Li Causi, eletto consigliere con Forza Italia, sia entrato in giunta con il PD, e vi sieda ancora nonostante sia ripassato al centro destra (anche per lui un ritorno alle origini). Sono altre le domande che i cittadini, stanchi dei giochi di potere, pongono loro, e vertono essenzialmente sul risultato di questi anni di governo.
All’assessore Li Causi, con delega al turismo, si dovrebbe chiedere, più che dei suoi valzer di partito, quale contributo è riuscito e si appresta ancora a dare alla rinascita turistica della città di Monreale.
Li Causi, la cui testa oggi molti esponenti del PD (di quello rimasto) si apprestano a chiedere, dovrebbe essere interrogato sul perché importanti eventi, che producono anche un risultato economico sulla città per il forte richiamo di turisti e visitatori, non l’abbiano visto come protagonista. Dalla sfilata di moda di luglio organizzata dagli stilisti Dolce e Gabbana, alla seconda edizione di “Storie di libri tra Palermo e Monreale” di novembre, per passare alla recente apertura del museo multimediale su Van Gogh. Eventi che hanno sempre visto in prima fila il primo cittadino Piero Capizzi e l’assessore alla cultura Giuseppe Cangemi. Li Causi non appare neanche nelle foto di rito.
Il PD chiarisca perché Li Causi, indicato e sostenuto in giunta per sei mesi, oggi non andrebbe più bene, se si è trattato di un errore di valutazione su un politico che avrebbe deluso le aspettative.
Altrimenti il rischio è che sarà proprio il Partito Democratico ad essere messo sulla graticola dell’incoerenza o dell’ipocrisia, e il suo tiro all’assessore potrà essere interpretato come la solita caccia alla poltrona.
Il PD monrealese, con i vari passaggi di partito di Vittorino e Li Causi prima e di Zuccaro e dei suoi consiglieri comunali poi, ha mostrato come l’appartenenza ideologica non sia stata negli ultimi anni un elemento distintivo dei suoi uomini voluti al vertice. Scandalizzarsene adesso risulta quantomai inopportuno.
Domenica si chiuderà il tesseramento 2017 e si dovrebbe assistere alla rinascita del partito.
Lunedì sera è previsto un incontro a Monreale con il commissario Antonio Rubino e il segretario provinciale Carmelo Miceli. Il nuovo PD dimostri, lontano da falsi proclami, di volere dare un taglio netto con il passato ed esca fuori con un chiaro progetto di centro-sinistra per la città. Perché se si continuerà a parlare solamente della testa di Li Causi e di poltrone, questo PD continuerà a non appassionare più nessuno.