Monreale ha perso una bella e importante occasione. Oggi la città si sarebbe potuta rendere protagonista di un gesto di solidarietà per le donne iraniane vittime di violenza e private della libertà. Il flash mob organizzato da alcune associazioni monrealesi aveva ricevuto anche l’adesione di alcuni istituti scolastici. Avrebbe rappresentato un’opportunità per avviare in città una riflessione su un tema importante, quello della violenza culturale e della soppressione di diritti individuali, e per aprire una finestra su quanto avviene in altre parti del mondo.
Ed invece il timore che la manifestazione potesse venire strumentalizzata da gruppi politici appartenenti all’area della sinistra ha spinto in tanti a ritirare la propria adesione, fino a che l’iniziativa è stata annullata.
Sembra che la scintilla capace di fare scoppiare il caso all’interno della bollente chat degli organizzatori sia stata l’articolo pubblicato dal quotidiano la Repubblica, con tanto di intervista ad alcuni organizzatori, dove si faceva riferimento alla canzone partigiana “Bella Ciao” che sarebbe stata intonata dal corteo.
Una canzone che, va sottolineato, è stata sdoganata dalla fortunata serie televisiva “La casa di carta” e oggi viene cantata in tutto il mondo laddove si protesta contro varie forme di oppressione. Viene intonata anche in Iran dalle donne impegnate, assieme a tanti uomini, giovani e meno giovani, nella protesta contro il regime violento e contro una cultura patriarcale.
In tante piazze d’Italia, seguendo l’hashtag #mashaamini, folle di persone si sono unite per protestare in nome di Masha Amani, la donna di 22 anni iraniana arrestata e poi picchiata a morte dalla polizia di Teheran. In Iran le proteste continuano e il bilancio dei manifestanti uccisi assume dimensioni drammatiche. Si parla di più di ottanta beluci (abitanti della regione del Belucistan) uccisi dalle forze di sicurezza nel venerdì di sangue del 30 settembre.
Da Amnesty International è arrivato l’invito a partecipare alle manifestazioni di solidarietà organizzate nelle piazze italiane, perché “la popolazione iraniana ha bisogno del sostegno internazionale”.
Un invito accolto in un primo momento con grande entusiasmo anche dalla comunità monrealese, dove singoli cittadini e associazioni si sono mobilitate per organizzare il flash mob, salvo poi fare un passo indietro fino ad annullare la manifestazione. Senza entrare nel merito delle motivazioni che hanno portato a questa decisione, non si può non sottolineare, con una certa amarezza, un dato. Quello dell’incapacità dimostrata nel trovare un accordo, una soluzione condivisa per evitare il presunto rischio di una strumentalizzazione politica (o per meglio dire partitica) della manifestazione, e per permettere ai nostri concittadini di aderire al coro internazionale di protesta contro le violenze e la restrizione dei diritti umani attuate dal regime in Iran.
Monreale, invece di trovare punti di contatto intorno ad un argomento trasversale, come quello della libertà e del rispetto delle donne, è riuscita a dividersi, a differenza di decine e decine di altre città italiane che hanno manifestato, chi sulle note di “Bella Ciao”, chi senza.
Di tutto questo a Monreale rimarrà solamente il ricordo di una piazza vuota e dell’indifferenza che ha prevalso sulla solidarietà.
(Foto in copertina dal sito ansa.it)