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Il giorno di San Martino, Giano Bifronte tra autunno e inverno

Il vino che travalicherà la prigione del sughero accenderà la scintilla che prepara i cuori alla passione

San Martino. Eccoci qua. Nel bel mezzo dell’autunno con lo sguardo rivolto verso l’inverno la cui ombra è accompagnata dalle piogge e dalle temperature che gradualmente diminuiscono come un vecchio che, lentamente, piega le ginocchia.

E l’estate è ormai un dolce ricordo, una eco di luce e calore lontano parente del fuoco della legna che arde per riscaldare le case dal freddo pallido di novembre.

I tini hanno concesso il nettare novello e Bacco brinda segretamente nelle cantine assieme ai contadini che hanno smaltito la fatica della vendemmia.

 

Nei forni abbondano i biscotti di San Martino e i semi di finocchio sprigionano un fresco profumo per la gioia dei bambini a cui il vino non si rivela.

L’appena nato vino è giunto a noi. Sarà protagonista profano nelle tavole imbandite per le feste di Natale, la celebrazione del nuovo anno e le ricorrenze attese e inaspettate. Diventerà sacro quando bagnerà il pane che diventerà il Corpo di Cristo nel silenzio profondo delle chiese. Di liete sere sarà l’elemento principale e farà dimenticare, per una notte, i malanni del mondo che però riemergeranno l’indomani mattina.

San Martino è giorno gioioso e amaro poiché al centro tra l’ultimo sole e il primo vero freddo. Giano Bifronte che scruta la notte stellata dell’inverno e brama il giorno ancora assolato di ottobre.

E tra un San Martino e un altro Santo passa la vita e lo sguardo fatica a mirare lontano. I volti svaniscono tra le stagioni senza memoria, ma il vino conserva perennemente il suo rossore e brilla dentro i bicchieri come Sirio sotto Orione.

San Martino è anche soddisfazione ed ebrezza raggiunta, è una parte di cielo che offre un dono prezioso che ripaga la pazienza di un anno intero. Ma solo il vino che travalica la prigione del sughero accenderà la scintilla che prepara i cuori alla passione.

Il vino che si sacrifica alla coppa, e poi alle labbra, sarà pozione d’amore, accenderà una fiamma, un erotismo dentro e fuori da ogni tempo e regalerà sollievo e conforto.

Dunque, per tutte queste cose e per altre ancora, continuiamo a celebrare San Martino e il suo favore.

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