“È paradossale dichiarare che la CGIL non abbia difeso Sandro, dato che il sindacato è risultato danneggiato da quella triste vicenda”.
Mario Ridulfo è il segretario provinciale della CGIL. Non ha apprezzato le accuse mosse contro la sua organizzazione sindacale da Silvio Russo che ha deciso, assieme ad altri componenti del sindacato, di rassegnare le dimissioni in seguito al licenziamento subito dal fratello, Sandro.
“La CGIL di Palermo – dichiarava martedì Silvio Russo su queste colonne – ha dimostrato scarsa capacità di applicare i princìpi fondamentali dell’ideologia sindacalista. I suoi vertici non sono stati in grado di adoperarsi nella difesa di un collega che ormai da circa 2 anni è stato licenziato in circostanze oscure e palesemente discriminatorie”.
“Mi è dispiaciuto – dichiara Ridulfo – apprendere della scelta assunta da Silvio Russo e dalle altre RSU in seguito al licenziamento di Sandro Russo, al quale va la mia solidarietà”.
Ma per il sindacalista la decisione di Silvio Russo sarebbe spinta da un conflitto di interesse. “Posso capire la posizione di Silvio in quanto fratello di Sandro, non capisco quella di Silvio da ex dirigente del sindacato. In lui c’è un conflitto di interessi.
Non capisco neanche la posizione delle altre RSU, che hanno seguito la scelta di Silvio senza chiedere un incontro con la CGIL per provare a capire le motivazioni di quanto successo”.
“Io non rivestivo il ruolo di segretario provinciale della CGIL ai tempi della triste e brutta vicenda che ha coinvolto Sandro – spiega ancora Mario Ridulfo -. Una vicenda che ha esposto a livello nazionale il sindacato, minandone la credibilità. Aldilà dell’aspetto umano, siamo un’organizzazione che fa leva su valori dai quali non possiamo mai derogare”.
“Dinanzi al principio di legalità – continua il segretario provinciale – non è possibile fare sconti a nessuno”.
Il rapporto di lavoro di Sandro non era direttamente con la CGIL ma con una società di servizi della CGIL Sicilia (oggi in fase di liquidazione).
“È stata questa società a disporre il licenziamento, contro il quale Sandro ha fatto ricorso dinanzi al Giudice del Lavoro, che lo ha respinto”.
Ma il licenziamento non è stata una misura eccessiva? Non sarebbe stato sufficiente un procedimento disciplinare quale una temporanea sospensione? “La società ha ritenuto di non potersi più avvalere di Sandro per i contraccolpi arrecati sul piano dell’immagine”.
Silvio Russo ha lanciato un appello agli altri iscritti alla CGIL invitandoli ad aprire gli occhi su questo sindacato “che, oltre le belle parole, non ha saputo difendere un suo lavoratore”.
Un appello decisamente preso in considerazione da numerosi colleghi. All’interno del comparto dei dipendenti comunali la CGIL è il sindacato che, assieme alla CISL, deteneva fino a pochi giorni fa la maggioranza degli iscritti. Ma in seguito al licenziamento di Sandro Russo la sezione locale dell’organizzazione si sta decimando. Tutto a beneficio della CISL. Sarà il sindacato guidato da Nicola Giacopelli ad accogliere una ventina di dimissionari (e a raccogliere le nuove tessere).
Fino a pochi giorni fa dei dodici componenti della RSU sette erano della CGIL. Di questi, sei hanno deciso di abbandonare il sindacato.
“Abbiamo appreso di questa decisione con rammarico. Ma è evidente che la scelta di fare un cambio di organizzazione sindacale è stata a lungo meditata.
Ne siamo dispiaciuti, anche se si fosse trattato di un solo iscritto. Penso però che alla lunga le ragioni e i valori che la CGIL esprime prevarranno sulle valutazioni personali delle singole persone. Speriamo di avere modo di potere recuperare chi ha fatto una scelta diversa. Non ci interessano i pacchetti tessera. I singoli lavoratori devono avere la libertà di aderire o di cancellarsi dal sindacato, è una decisione che va in capo alla singola persona. Ma contiamo di recuperare alla causa della CGIL le persone che si sono cancellate”.