MONREALE – Sono più di 40 le firme raccolte ieri mattina, in poche ore, da un comitato spontaneo nato per dire no alla costruzione del centro commerciale della LIDL sulla circonvallazione di Monreale.
Generi alimentari, panifici, macellerie, ortofrutta, abbigliamento, detersivi, surgelati, ricambi auto, ristoratori, fiorai: NO AL LIDL
Appartengono alle varie categorie commerciali. Dai supermercati ai piccoli negozi di generi alimentari, e poi panifici, macellerie, negozi di ortofrutta, abbigliamento, detersivi, surgelati, ricambi auto, ed ancora ristoratori, fiorai. Per tutti esiste un concreto rischio che l’apertura del nuovo centro commerciale della multinazionale tedesca possa infierire pericolosamente sulla loro già fragile economia, messa in crisi dalla pandemia. “Siamo certi che con questa eventuale apertura non saremo in grado di mantenere i già colpiti livelli occupazionali delle nostre aziende”, lamentano i negozianti.
“L’economia monrealese è in ginocchio – dichiarano in coro – le nostre attività sono state già duramente colpite dal covid, il quale, anche se non ci ha costretto a chiudere, ha costretto molti di noi a ridurre il personale a causa di questa lunghissima crisi”.
Il colosso tedesco ha già stipulato un preliminare di vendita per l’acquisto di un lotto di 7.500 mq sulla circonvallazione di Monreale. Dopo il primo placet della giunta comunale, la variante al piano regolatore per destinare l’area attualmente adibita a villeggiatura a zona commerciale ha avuto lo stop della III commissione consiliare. Ma il parere negativo espresso non è vincolante. Sarà il consiglio comunale, probabilmente alla prossima seduta, a decidere definitivamente sulla variante al PRG.
La paura rappresentata dall’arrivo a Monreale del gigante della grande distribuzione ha spinto tantissimi commercianti a riunirsi per cercare di fare fronte comune e aprire un dialogo con l’amministrazione della città. E ai 42 che ieri mattina hanno sottoscritto la petizione tanti nuovi esercenti monrealesi si stanno aggiungendo in queste ore. Chiedono alla politica monrealese di intervenire “per salvaguardare le nostre attività e di conseguenza centinaia di posti di lavoro dei nostri concittadini”.
Al LIDL non vedremo mai un caciocavallo, un susino o delle nespole locali, dato che si rifornisce presso i grandi distributori del nord Italia, favorendo soprattutto aziende tedesche
Anche perché, spiegano, un LIDL di queste dimensioni produce pochissimi nuovi posti di lavoro, che si possono contare sulle dita di una o al massimo due mani, ma getta sul lastrico decine e decine di famiglie. Senza contare che la multinazionale tedesca non crea alcun tipo di sviluppo locale. Non crea un indotto legato, ad esempio, alle produzioni delle aziende del territorio. Non vedremo mai un caciocavallo, un susino o delle nespole locali, dato che si rifornisce presso i grandi distributori del nord Italia, favorendo soprattutto aziende tedesche.
Il LIDL produce pochissimi nuovi posti di lavoro ma getta sul lastrico decine e decine di famiglie
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