MONREALE – Il Mosaico va all’opposizione dell’amministrazione Arcidiacono. Si tratta forse di un ritorno alle origini, o quantomeno alla sua vera natura. In questi 21 mesi le sue tessere, tra loro anche abbastanza variegate (condizione naturale per un movimento che si presenta come trasversale ma soprattutto “diverso” e alternativo ai partiti tradizionali), hanno dovuto accettare compromessi, inghiottire rospi, accettare sconfitte, pur di mantenere un ruolo che gli avrebbe potuto permettere di incidere sulla crescita della città. E sapevano bene, già dal primo momento dell’alleanza con Arcidiacono, con Diventerà Bellissima, con La Nostra Terra o con parte del PD, che sarebbero stati mesi di successi alternati a forti logorii interni. La politica, si sa, è fatta di compromessi. Ma cosa è successo adesso? Perché questa volta? Gambino ha provato a spiegarlo nel suo comunicato. Sostanzialmente sono venuti a mancare un metodo di governo e una visione di città condivisi.
Di certo i consiglieri del Mosaico, e il gruppo che li supporta, potranno affrontare il loro nuovo ruolo a testa alta di fronte alla città. Hanno rinunciato, in nome del loro modo di concepire la politica, ad importanti incarichi (tra questi un assessorato e la vicepresidenza del consiglio). Hanno rinunciato anche al secondo assessorato che gli era stato offerto in nome di un allineamento alle posizioni della maggioranza. Una scelta non da poco, oggi, in uno scenario politico troppo spesso rappresentato da soggetti incompetenti solo in cerca di poltrone.
Il ruolo che adesso il Mosaico assumerà è chiaro, ed è quello stigmatizzato dal capogruppo de “La Nostra Terra”, Giulio Mannino, nel corso della nostra intervista che ha fatto scoppiare la crisi. Quello di opposizione.
I consiglieri sono preparati (gli viene riconosciuto anche dagli ex alleati), motivati, sostenuti da chi, come il portavoce Roberto Gambino, di politica e di opposizione sulle spalle ne ha fatta. E giurano che adesso, sciolti da qualsiasi vincolo, potranno esprimersi più liberamente.
Un dato è però certo. Fare oggi opposizione all’amministrazione Arcidiacono è molto difficile. Sono tante le stellette che il sindaco porta al petto, dalla riqualificazione dei quartieri Ciambra e Carmine all’illuminazione (fatto storico) della circonvallazione che entro marzo dovrebbe vedere la luce (scusate il gioco di parole), dalla ristrutturazione del cine-teatro Imperia alla riqualificazione di molte strade da anni abbandonate, fino alla soluzione tampone trovata (unica o tra le poche amministrazioni siciliane) per garantire il servizio di assistenza igienico personale agli alunni disabili. Sono alcuni dei risultati conseguiti, in parte a conclusione di iter avviati dalle precedenti amministrazioni, ma che questa amministrazione sta portando a termine.
E basta vedere in questi mesi quante poche battaglie ha condotto la minoranza per comprendere come di fronte a questi progetti le forze di opposizione hanno potuto contestare ben poco, soprattutto quelle che hanno assunto un ruolo all’interno delle passate amministrazioni.
Il Mosaico dovrà invece spiegare, almeno ai suoi elettori, quali contributi abbia portato la loro permanenza nel governo della città. Quali obiettivi abbia raggiunto il loro assessore, titolare per 22 mesi di numerose deleghe. Voglio solo ricordare come da assessore allo sport non abbia giocato alcun ruolo nel corso della importantissima manifestazione sportiva del Giro d’Italia, quando referente per il CONI fu nominato l’assessore Geppino Pupella. Oppure come da assessore allo spettacolo, durante l’autunno e il Natale del 2019 che vide le piazze di Monreale riempirsi di eventi culturali e di spettacoli, venne adombrato, anche quella volta, dalla figura del collega Pupella. Era lui a tenere il calendario degli eventi e il rapporto con tutti gli artisti e le maestranze. Solo due episodi, ma abbastanza significativi e che la dicono lunga di quale considerazione l’assessore del Mosaico abbia goduto all’interno dell’amministrazione Arcidiacono, e di come Davì fosse tenuto volutamente all’angolo dal sindaco già all’inizio di questo matrimonio (sarà interessante scoprire il perché). Diciamo pure che è venuta a mancare, nei fatti, quella fase di innamoramento che almeno all’inizio caratterizza una relazione. Ma allora, più che comprendere perché il Mosaico abbia aperto la crisi oggi, sarebbe interessante capire perché non l’abbia fatto prima.
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