Avevano messo le mani su edilizia, funerali e pubblica amministrazione.
Arrestate questa mattina dai Carabinieri di Misilmeri due persone, ritenute al vertice della famiglia mafiosa di Bolognetta, appartenente al mandamento di Misilmeri. Si tratta Carlo Salvatore Sclafani, classe 1974, e di Mario Pecoraro, classe 1975.
Le indagini sono state condotte da un pool di magistrati che hanno lavorato sotto la direzione del Procuratore aggiunto Salvatore De Luca.
Secondo gli inquirenti, in seguito all’arresto del reggente Stefano Polizzi (avvenuto il 04.12.2018 nell’ambito dell’operazione Cupola 2.0), due imprenditori, si erano messi a completa disposizione del capofamiglia e del sodalizio, assumendo un ruolo mafioso centrale nella cittadina di Bolognetta.
I due avevano avuto rapporti in precedenza con Salvatore Sciarabba, che, fino all’arresto, avvenuto assieme al Polizzi, era al vertice del mandamento di Misilmeri/Belmonte Mezzagno. In quel periodo erano riusciti ad imporre con metodo mafioso un rigido monopolio sul territorio nel settore delle agenzie funebri e dell’edilizia.
Nel corso delle indagini è emersa anche l’infiltrazione dell’amministrazione comunale, che, condizionata nel suo operato, gli avrebbe affidato commesse pubbliche senza seguire i previsti iter amministrativi in violazione del principio di trasparenza ed imparzialità.
In una occasione Sclafani e Pecoraro avrebbero minacciato anche un imprenditore concorrente nel settore delle attività di onoranze funebri. L’avrebbero intimidito per limitare l’operatività della sua impresa per non danneggiare quella della società legata agli indagati.
In un’altra occasione è emerso come i due arrestati si fossero attivati, assieme ad altri, per redigere documentazione falsa da produrre alla Corte di Appello di Palermo al fine di ottenere la revoca della dichiarazione di fallimento della società I.C. Servizi S.r.l..
Successivamente, si occupavano di ripulire il corrispettivo di tale falsificazione reimpiegando il denaro nelle proprie attività imprenditoriali.
La Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha proceduto al sequestro delle aziende, di alcuni conti correnti e del patrimonio immobiliare delle società per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro.