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Silvia Romano torna libera, il web esplode di gioia, ma c’è che chi si chiede “Quanto ci è costato?”

"Sto bene e non vedo l'ora di tornare in Italia", ma in un momento di pura gioia, cattivisti e odiatori sono spuntati fuori

In un momento storico vago e imprevedibile come quello che stiamo vivendo, ieri 9 Maggio, giunge all’improvviso, a squarciare la coltre di paura e d’incertezza che gravita su di noi da circa due mesi, un lampo di pura felicità: Silvia Romano libera. Silvia, dopo un anno e mezzo, torna a casa.

“Sono stata forte e ho resistito. Sto bene e non vedo l’ora di tornare in Italia” sono state le sue prime parole.

Il web esplode di gioia. Dopo pochi secondi dal tweet del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte la notizia rimbalza, si replica da bacheca in bacheca. Il sorriso di Silvia inonda la rete e inizia a far da sfondo integratore a una giornata che aveva appena celebrato l’anniversario dell’assassinio di un altro ragazzo iconico e coraggioso: Peppino Impastato.

Tutto bello, tutto gioioso…tranne per un “ma”, un “ma” che rimane ogni volta incomprensibile e che diventa una mazzata in testa su chi pensa che l’odio dovrebbe star lontano da certe notizie che, viceversa, andrebbero salutate col rispetto e l’umanità che meritano, perché di quello trattasi, di umanità semplice semplice.

Mi sono illusa, per un attimo, che l’annuncio del Premier sul ritorno di Silvia Romano sarebbe stato accolto solo da manifestazioni e commenti di gioia condivisa, senza ombra alcuna. Mi sbagliavo ovviamente. Cattivisti e odiatori sono spuntati fuori, come inutili parassiti, dalle viscere più malate del web. Il solito odio cieco e ottuso che spesso i social media servono su un piatto d’argento.

“Quanto ci è costato?” ecco la domanda “guastafeste” di chi ritiene che, apparendo come il bastian contrario di turno, in un momento di tripudio generale, possa essere considerato un dissacratore fuori dal gregge.

 

Ma l’articolo 21 della Costituzione sancisce la libertà di pensiero, qualora ce ne fosse uno. Il veleno vomitato senza un fine che non sia quello di “ammorbare” la soddisfazione per certi epiloghi “oggettivamente” belli e coinvolgenti, per tutti gli individui che sanno ancora mantenere efficienti neuroni e cuore, tutto è fuorché pensiero…e detto francamente fa pure ribrezzo.

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