MONREALE – Parlare male della scuola italiana è un luogo comune, un facile esercizio la cui pratica è, purtroppo, molto diffusa e che affonda le fragili radici nel malcontento per gli insuccessi dei propri figli, consolatoriamente attribuiti all’incapacità degli insegnanti e al mal funzionamento della scuola. Chi, la notte del 17 gennaio, ha avuto l’opportunità di mettere piede all’interno di un qualsiasi liceo avrà tutti gli argomenti per farsi portavoce della tesi opposta mirando a cancellare definitivamente l’autolesionistico luogo comune.
Il 17 gennaio si è svolta, infatti, in 500 scuole italiane “La notte dei licei classici”, l’ormai consolidata iniziativa, nata sei anni addietro da un’idea del prof. Rocco Schembra, docente di Latino e Greco presso il Liceo Classico Gulli e Pennisi di Acireale (CT).
L’occasione non poteva essere ignorata dall’Istituto d’Istruzione Superiore “Basile-D’Aleo” che, anzi, si è prodotto in modo apprezzatissimo e coinvolgente nel dare corso all’evento.
A fare da spia sulla prevedibile riuscita dell’iniziativa, sin dall’arrivo, è stata la difficoltà nel trovare parcheggio ed il vivacissimo brulicare di studenti, familiari e ospiti adulti all’esterno, nell’androne, tra i corridoi e nelle aule. Un via vai allegro di studenti in fermento nell’attesa di esibirsi o nel fornire indicazioni agli ospiti sugli spazi da raggiungere per assistere ad una delle sezioni del corposissimo programma.
Gli studenti del Liceo Classico, legittimi “titolari” della manifestazione su scala nazionale, erano pronti a dare il via alle letture di testi classici, a recitare brani teatrali, mentre, il diffondersi delle note del Sirtaky, anticipava i momenti che sarebbero stati dedicati alle danze di gruppo di origine greca.
L’Istituto, come è ben noto, accoglie anche il Liceo Scientifico che non si è defilato e, lasciatosi contaminare, ha dato un corposo contributo alla riuscita dell’iniziativa.
Il corridoio al secondo piano ha ospitato lo spettacolo “Come germogli”, messo in scena dagli alunni della classe VC dello Scientifico, guidati dall’insegnante di Lettere Antonella Vaglica con l’abile regia di Ilaria Intravaia e Francesca Vaglica. Le prime note di una calibratissima colonna sonora, il variare delle luci e lo scorrere sullo schermo delle prime immagini de “il manifesto della razza”, annunciavano che si era all’inizio di un viaggio che, nell’arco di circa due ore, avrebbe fatto vibrare le corde più profonde dell’emozione, attraversando i temi dell’Olocausto, delle migrazioni e delle problematiche femminili.
“… Nessuno può immaginare cosa vuol dire un gesto positivo in campo di concentramento…” è l’avvio dell’efficace lettura di Simone Ganci di un estratto da un’intervista ad Edith Bruch alla cui conclusione, con delicatissime trasparenze, si sovrapponevano le note crescenti di “Lilì Marlene”, nella straordinaria interpretazione di Giulia Nicolosi combinata con le note liriche di Antonella Vaglica, il cui ruolo in ciò che via si materializzava sulla scena, spingeva la memoria verso un rapido flash sul personaggio del prof. John Keating (nella straordinaria interpretazione di Robin Williams) nel film del 1989 “L’attimo fuggente” diretto da Peter Weir.
Con puntigliosa perfezione Marco Cavaleri guadagnava la scena, con la lettura di una pagina tratta dal diario di Etty Hillesun, per cederla subito dopo a Francesca Vaglica che, con l’interpretazione del monologo tratto dal film The Help, ha dato conferma del suo talento di attrice. La sua uscita di scena lasciava spazio ai versi di “Silenzio” (di Michael Gluc) efficacemente recitati da Simone Ganci.
Fuori gli attori, lo schermo ridiventava protagonista e su di esso scorrevano le immagini del video “Il progetto di Himmler” realizzato dagli studenti della classe.
Il momento di maggiore focalizzazione sulle problematiche femminili veniva affidato alla recitazione di Ilaria Intravaia, attrice eccellente, ed ai versi di Alda Merini “A tutte le donne”.
Ad introdurre il tema delle migrazioni il testo “Le coste del Mediterraneo”, scritto da Erri De Luca e letto da Flavio Messina e Francesca Vaglica. Lo stesso argomento ha trovato ulteriore approfondimento nelle parole e nelle note del brano “Stiamo tutti bene” del cantante pop Mircoeilcane e nei complessi passi di danza moderna della bravissima Sara Mutolo.
Scena garbatamente affollata dalla presenza di Marco Cavaleri, Ilaria Intravaia (attrice straordinaria) e Gabriele Terruso per la lettura di “Mi vergogno” di Antonella Vaglica e, nel contesto, la prova da applaudito rapper esordiente di Flavio Messina nel brano “Soldato”, del quale è anche autore.
Altri brani di letteratura, “I bambini” di Samih Qasim e “La storia” di Italo Calvino sono stati affidati rispettivamente alle voci di Francesca Vaglica e di Gabriele Terruso.
A precedere l’epilogo è stata ancora un’esibizione da rapper-autore (anche delle parti in lingua tedesca) di Flavio Messina, assecondato dalla seconda voce (dai delicatissimi e personali colori musicali) di Giulia Nicolosi nel brano “Germogli-Blutenprossen”. Sulle ultime note, emergendo dalla penombra della platea, raggiungeva la scena Roberta Casamento, abile pittrice, che nel corso della serata aveva trasferito su una piccola tela le atmosfere suggerite da ciò che aveva visto ed ascoltato.
A concludere (e non poteva non essere così) la vera artefice di quanto prima è stato raccontato, la straordinaria prof. di Lettere, Antonella Vaglica («O capitano! Mio capitano!»), nella recitazione del suo testo “La parte migliore di me” … decisamente “venuta fuori” nel corso della serata, come ogni giorno tra i banchi di scuola (ma anche ospitando gli alunni a casa sua per le prove). È stata lei, alla fine, ad elogiare tutti i protagonisti della serata, a segnalare l’emergere di veri talenti e, con la voce infragilita dalla commozione (dalla quale, com’ella stessa ha sostenuto, è stata fortemente coinvolta la prof.ssa Concetta Giannino, dirigente dell’Istituto), a dichiarare la sua felicità nel fare scuola così, come piace a lei e, lo sostengo a voce alta, anche a tutti noi che la notte del 17 gennaio siamo stati presenti in quel corridoio al secondo piano del Liceo “Basile-D’Aleo” di Monreale, magicamente trasformatosi in un eccellente teatro.