Se è vero com’è vero che la Sicilia è sempre stata terra più che generosa nel far nascere talenti, Monreale, non è certamente da meno. Gli artisti “monrealesi”, in possesso dei requisiti necessari per essere elencati tra gli Artisti siciliani di rilievo, sono veramente tanti e mi riferisco a quelli venuti al mondo nel ‘900 fino agli anni ’60. Da quegli anni in poi a Monreale non sono più nati pittori, né scultori o fotografi o architetti (ma neanche cantanti, direttori d’orchestra o scrittori e ballerini): è accaduto perché a il presidio ospedaliero con annesso reparto maternità più vicino a Monreale, pur se a pochi chilometri, si trova a Palermo.
Se Pietro Novelli fosse venuto al mondo in anni più recenti sarebbe detto “il palermitano” e probabilmente per le stesse ragioni, Leonardo sarebbe noto come “da Firenze” o “da Pistoia” o da “Prato”…
Gli artisti, figli di monrealesi ma nati a Palermo (per ovvie ragioni di pura opportunità) sono numerosi; alcuni li conosco e gli altri li andrò a cercare.
Monreale, che non ha l’ospedale, è invece sede della Civica Galleria d’Arte Moderna “G. Sciortino” che, però, avrebbe bisogno di urgenti cure (del tema mi sono già occupato) … e, quindi … sto tornando in ambito ospedaliero … Preferisco uscire subito dall’argomento perché, altrimenti, rischio di frappormi tra la coda e il cane che se la vuole mordere e io, magari, dovrei mordermi la lingua (o meglio, la tastiera)! Magari se ne riparla un’altra volta.
Da oggi (e per un bel po’, salvo imprevisti) dedicherò la mia attenzione, quindi, agli Artisti miei concittadini le cui orme sono molto riscontrabili anche in territori distanti da qui; ma anche verso chi sta lavorando in modo serio e promettente.
Dopo aver annotato che la nostra comunità non ha mai avuto un particolare occhio di riguardo neanche nei confronti dei veri Padri dell’«arterìa» locale, Pietro Novelli e Antonino Leto, il discorso non può che partire da BENEDETTO MESSINA: artista di rilievo (pittore, scultore, mosaicista, ceramista e poeta) ma anche (o forse soprattutto) “generatore” di tutto ciò che a Monreale, dai suoi anni giovanili in poi, ha avuto e ancor oggi ha a che fare con l’arte.
Per lunghissimo tempo, nell’ambito artistico cittadino, Benedetto Messina è stato protagonista assoluto e prezioso punto di riferimento; il suo studio-bottega funzionava come una sorta di “orto dei talenti”. Coloro i quali, in quegli anni, sentivano germogliare l’arte al loro interno (me compreso) andavano a farsi “coltivare” da lui, in quel luogo.
Quando ho cominciato a frequentare il suo studio portavo ancora i calzoncini corti (e, come lui, dipingevo paesaggi a spatola); ho fatto parte del numeroso gruppo di allievi della sua Scuola di ceramica e mosaico e, infine, è stato mio insegnante di Disegno geometrico e architettonico all’Istituto d’Arte (cattedra che per alcuni anni ho ricevuto in eredità, prima del trasferimento al Liceo Artistico di Palermo).
Al Prof. Messina si deve la nascita, nella sua casa di via Umberto I°, dell’Istituto Statale d’Arte e di tutto quanto ne è derivato. Senza l’Istituto d’Arte l’economia cittadina avrebbe subito destini diversi: i negozi di ceramica e mosaico, che costellano il centro storico (ammiccando ai turisti ma producendo anche vera arte), non sarebbero mai spuntati e, quasi certamente, ci sarebbero stati più infermieri, impiegati generici, disoccupati e anche un bel po’ di insegnanti e architetti in meno.
Benedetto Messina, nei suoi anni, ha presidiato il territorio per tutelarne e valorizzarne il patrimonio artistico. Verso la fine degli anni ’60, ad esempio, gli fu affidato il restauro di quanto accoglie la parete dell’altare nella Chiesa della Collegiata (stucchi, falsi marmi, cornici in oro, etc.); per i lavori si avvalse della collaborazione di un gruppetto di allievi (tra i quali c’ero anch’io). In quell’occasione, grazie all’acuta ostinazione del Maestro e all’enorme abilità del Prof. Giuseppe Schirò (allora parroco della basilica) nel fiutare le antiche carte, fu possibile attribuire a Giacomo Serpotta l’esecuzione della «coppia di Angeli» posti nella parte alta di quella parete. Il Prof. Schirò rinvenne, infatti, una ricevuta a saldo firmata dallo scultore; di tale documento, secondo informazioni recenti, non ci sarebbe più traccia. In anni più recenti Benedetto Messina si occupò anche del restauro del Crocifisso ligneo, ma quest’intervento gli procurò minor successo.
Del suo lavoro di pittore esistono testimonianze (con cornice o senza) presso uffici del Comune e nella collezione della Galleria Civica, ma si dovrebbe (e potrebbe) rendergli il meritato tributo in modo ancora più tangibile.
Nel novembre del 2005 Benedetto Messina, con un documento indirizzato all’amministrazione dell’epoca e che, suppongo, sia ancora agli atti, aveva manifestato la volontà di donare alla Città il suo studio al piano terra della casa di via Umberto Primo (l’«orto dei talenti») al fine di adattarlo a “casa museo” e offrirlo alla pubblica fruizione. Il progetto, riproposto dagli eredi dopo la morte dell’Artista nel 2009, per motivi che ignoro si è arenato.
Sono certo della fattibilità e colgo l’occasione per segnalare l’argomento alla sensibilità dell’attuale Amministrazione. Il dieci maggio dello scorso anno, (accompagnato dall’omonimo nipote e mio ex allievo al Liceo Artistico di Palermo) ho avuto il privilegio di entrare nella casa dello scultore Filippo Sgarlata a Termini Imerese, trasformata in museo ad opera del Comune.
Perché noi non dovremmo riuscirci?
In un testo del critico d’arte Albano Rossi dedicato alla pittura di Benedetto Messina si legge:
“[…] Sono tutte opere in cui, pur nella diversificazione tematica, si avverte sempre un artista attento che si sorveglia senza tuttavia mortificarsi; ci si accorge che il taglio del quadro è fuori da ogni modulo consueto: e che siamo lontani dal facile e comune illustrazionismo.”
“… Resta, infine, da dire che le opere più recenti danno palmare testimonianza di come Benedetto Messina, sempre disponibile ad una logica evoluzione del linguaggio, abbia saputo pervenire a risultati “moderni” tramite l’uso di una maniera “antica”, sempre restando, peraltro, ben lontano da ogni virtuosismo: un periodo, quest’ultimo, che non minaccia il fare di Messina, troppo avvertito, consapevole e vigile delle esigenze della pittura, per lasciarsi irretire dalla sua stessa apprezzabile «bravura».”
Benedetto Messina – Monreale (PA) 1919 – 2009.
Diplomatosi presso il Liceo Artistico di Palermo e, successivamente, presso il Magistero d’Arte della stessa città, si è dedicato all’insegnamento e all’Arte.
Docente di Disegno geometrico e architettonico presso l’Istituto Statale d’Arte di Palermo e poi presso l’Istituto Statale d’Arte di Monreale del quale è stato il primo Direttore.
Ha fondato e diretto la Galleria d’Arte “La Carrubella” di Monreale.
Sue opere di pittura, scultura, ceramica e mosaico si trovano presso diversi enti pubblici e privati della Sicilia, nonché presso collezionisti in Italia e all’estero.
Fin da giovanissimo ha partecipato a Mostre regionali e nazionali, ottenendo riconoscimenti e premi.
Si sono interessati di lui la Rai e numerose testate giornalistiche.
Alcune tra le mostre più significative:
Mostra nazionale per giovanissimi – Roma, 1937 (premiato); Collettiva di giovani artisti – Nizza Monferrato, 1941; Mostra personale: 100 opere di pittura e scultura – Palermo, 1955; 7° Premio di pittura – “Città di Pizzo Calabro” – 1958 (premiato); Premio Città di Marsala; 1962; Mostra personale a Vicenza – 1972; L’Art libre – Parigi, 1973 (premiato); Mostra personale Galleria Bacchiglione – Vicenza, 1974; Salon International “L’Art libre” – Parigi, 1974 (premiato); Premio internazionale di pittura “Città di Valdagno”, 1974 (premiato); Collettiva di pittura – Città di Cologna Veneta – 1974; “L’Art libre – Confederation français – Parigi, 1975 (premiato); Mostra “Pavone d’oro” – Milano, 1975 (premiato); 4° Concorso nazionale di pittura e scultura Premio “G. D’Annunzio” – Pescara, 1977; 16° Salon National – Palais acadèmiques – Parigi, 1985.