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Premio “OSCAR” alla città di MONREALE per la SICUREZZA DEL CITTADINO

Mentre la Dea bendata vigila, è in corso l’Operazione “CIRCOnvenzione di incapaci”

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Monreale, 12 febbraio 2017 – “Chi di buon mattino, affacciatosi alla finestra ancora insonnolito, se lo è visto sotto casa avrà pensato: “Il gatto ha mangiato troppo“. Appena il tempo di rendersi conto; soltanto i pochi attimi necessari per realizzare che si trattava di Oscar, un esemplare maschio di tigre bianca del Bengala, uscito di casa senza avvisare per sgranchire un po’ le zampe, e si è scatenato il tam tam sui social. Immediatamente attivato un grande spiegamento di forze per riportare a casa il felino insubordinato sotto lo sguardo vigile delle inconsapevoli ed incredule autorità locali. Tutto, alla fine, è andato per il verso giusto e nessuno si è fatto male, neanche Oscar… per fortuna!

E Monreale, ancora una volta, ha guadagnato l’esclusiva attenzione dell’informazione internazionale, come non succedeva da quando fu installata la panchina alla fermata dell’autobus di via Benedetto D’Acquisto. Ma stavolta non sto scherzando…”.

Questo è stato il mio commento su un social network, il pomeriggio del 28 Gennaio, dopo aver preso visione del lunghissimo articolo, corredato da un consistente numero di ottime foto di Igor Petix, pubblicato nientemeno che dal “MailOnline News”, quotidiano con sede al n. 2 di Derry Street a Londra. Valutato l’esito felice del rischiosissimo incidente, tutto avrebbe potuto concludersi con la promessa collettiva del viaggio di ringraziamento al SS. Crocifisso, e invece no! Si è innescata una vera e propria guerra; gli animalisti imbestialiti hanno denunziato il Sindaco, che ha tempestivamente ricambiato con una querela.

Tutto ciò mentre il proprietario del circo, a sua volta, si recava in caserma per varare un’intera flotta di accuse contro gli ignoti responsabili della fuga del felino e del danneggiamento dei manifesti e di una roulotte.

 

Il 5 Febbraio, con l’intento di sdrammatizzare e tirato per la giacca dalla sempre fertile immaginazione, pubblicavo sul mio profilo Facebook il post che letteralmente trascrivo: “Premio “OSCAR” alla città di MONREALE per la SICUREZZA DEL CITTADINO – Nulla ha a che fare con gli omonimi riconoscimenti in ambito cinematografico annualmente assegnati a Los Angeles. È parimenti ambito e rende omaggio al possente e candido felino striato che, probabilmente, sbagliando strada ha risparmiato un’indefinibile percentuale di concittadini. 

Nella motivazione si legge: “È dimostrato che a Monreale le catastrofi non possono attecchire e tutto si risolve sempre nel migliore dei modi”. Ne sono contento anch’io… sperando che la “Dea bendata” non decida di voltarci le spalle! 

Nel frattempo s’ingrossano le fila dei monrealesi, meno fatalisti e un tantino scettici, che decidono di giurare fedeltà all’ormai famoso motto: “UN’ESCO… più di casa!”

Per sdrammatizzare, è vero, ma anche per stimolare l’accortezza di chi, addetto alla custodia della belva, si è fidato di un chiavistello che non avrebbe opposto resistenza neanche alle manovre di un neonato. Per impedire la clamorosa evasione sarebbe stato sufficiente apporre un solido lucchetto. Analoga accortezza avrebbe dovuto caratterizzare l’azione di chi, autorizzando l’insediamento della carovana circense nel territorio di nostra pertinenza, non avrebbe fatto male ad imporre, come atto di prevenzione, la neutralizzazione di ogni possibile rischio. Un modo per tenersi pronti nel caso in cui la Dea Fortuna dovesse improvvisamente privarci del suo materno affetto. Ciò detto, non ho alcuna ragione per mettere in dubbio le affermazioni del Sindaco: “Ho sempre massimo rispetto per le posizioni altrui, amo gli animali e l’ho sempre dimostrato, ma che mi si accusi di gravi reati in relazione ad una vicenda amministrativa in cui non ho interferito e non ho firmato nulla (vedi atti) è paradossale ed è ancora più paradossale che chi mi denuncia sa tutto questo”. Bazzecole burocratiche, mi viene da dire a sostegno delle tesi del primo cittadino, facezie contabili. Nel peggiore dei casi sarebbe stato necessario soltanto contare i morti ed il numero dei punti di sutura resisi necessari per dare una sistematina ai sopravvissuti. E poi qualche elementare conteggio per valutare, in euro, la consistenza dei danni e disporre i relativi bonifici, qualora gli eredi e le vittime ancora in vita avessero insistito nel pretendere un risarcimento. Tutto qui!

Comunque le indagini sono nel vivo e, stando alle indiscrezioni trapelate dal mondo delle agenzie d’investigazione, le ipotesi che prendono corpo sono più di una.

Ipotesi A: la fuga della tigre sarebbe da porre in relazione con i contenuti del quesito rivolto da una giovane parlamentare al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, nel corso di un recente question time. Secondo le convinzioni dell’interrogante il contesto in cui è immerso il nostro sito UNESCO sarebbe una sorta di giungla e la presenza della tigre del Bengala libera di circolare, quindi, sarebbe servita a consolidare quelle affermazioni. Quest’ultima congettura sarebbe supportata dal rinvenimento, nelle tasche dell’animale, di una mappa dell’area circostante Palazzo dei Normanni in cui, con l’apposizione di una Crocetta, era indicata la vera destinazione del felino. Il ministro Franceschini, rispondendo al question time aveva, infatti, sostenuto che le responsabilità (eventuali) segnalate dal quesito andavano attribuite esclusivamente al governo regionale.

Ipotesi B: la fuga della tigre sarebbe da porre in relazione con il recente transito nelle fila del movimento di Matteo Salvini di un noto leader politico locale e, pertanto, la belva sarebbe stata strumentalizzata al fine di assecondare l’antico progetto, di bossiana memoria, finalizzato alla drastica riduzione de la razza terrona.

Io non intendo schierarmi, anche perché il più recente e paradossale furto di un esemplare di LAMA, sempre ai danni degli stessi sfortunatissimi circensi, ha ulteriormente aggrovigliato l’intera matassa. Nuova denunzia e nuove indagini che, anche in questo caso, hanno lasciato trapelare qualche indiscrezione sulla pista più battuta e altrettanto assurda. Il furto dell’animale, inattaccabile primatista dello sputo, sarebbe stato commissionato da un’anziana ed energica suocera eternamente in rotta di collisione con la propria nuora, della cui fedeltà al proprio figlio prediletto è convinta di dover dubitare. Ritenendo inadeguata la consueta margheritina, l’energica genitrice intenderebbe utilizzare l’animale quale più adeguato strumento per l’attuazione del collaudato e infallibile test “L’ama non l’ama”. Estirpato l’ultimo pelo, preso atto del responso e deliberati gli adeguati comportamenti, avrebbe intenzione di restituire l’animale nudo, imbarazzato e infreddolito ai legittimi proprietari.

C’è di certo che gli inquirenti, continuamente allertati e stremati dalla reiterazione degli eventi delittuosi, tutti consumati sotto il naso di tutti, lavorando senza sosta alla ricerca di mandanti, esecutori materiali ed involontari complici, hanno avviato l’Operazione “CIRCOnvenzione di incapaci”; denominazione molto apprezzata dai responsabili del circo che hanno deciso di adottarla e hanno dato alle stampe i nuovi manifesti.

Per assecondare il mio debole per l’arte, concludo citando due straordinari artisti che nelle loro opere hanno esaltato la bellezza e l’indole della tigre: Henri Rousseau e Antonio Ligabue. Avviso i lettori di non recarsi a cercare le due tele presso la nostra Galleria Civica. Le opere d’arte, ben custodite, dimorano altrove. Se avessero fatto parte della Collezione Posabella, i monrealesi, già un bel po’ di tempo fa, le avrebbero incontrate per strada, libere di circolare alla maniera di “Oscar”.

 

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