Tante le rivendicazioni: «Scendiamo in piazza contro la norma anti-dissenso del Governo Meloni, introdotta con la scusa di bloccare i rave e tutelare l’ordine e la salute pubblica, ma che non è altro che l’ennesimo tentativo di criminalizzare le dimensioni socialmente più deboli, per cercare di ostacolare le realtà più organizzate, come quelle studentesche, che in più occasioni hanno dimostrato di voler lottare per un futuro diverso scendendo in piazza, esprimendo vari livelli di conflittualità, occupando e ridando vita a spazi abbandonati. Scendiamo in piazza per dire che una scuola pubblica e di qualità ce la meritiamo tutti» – spiega Giorgio Caruso del coordinamento Studenti Palermitani.
Accanto ai temi di opposizione al nuovo Governo, soprattutto in riferimento al cambio di nome del Ministero, diventato dell’Istruzione e del Merito, ci sono le richieste che gli studenti fanno da anni: «Scendiamo in piazza per dire basta morti di alternanza scuola-lavoro, per pretendere investimenti per le nostre scuole fatiscenti che rischiano di crollarci addosso dall’oggi al domani. Vogliamo edifici a norma e adeguati a contenerci tutti. Queste, sono le condizioni minime per poter essere liberi di immaginare un futuro dignitoso nella nostra terra» – conclude Caruso.