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Intitolata la biblioteca multimediale dell’ist. “Guglielmo II” alla professoressa Maria Rosa Chiarello

"Mariarosa aveva un aspetto austero, chiuso, rigido, una voce squillante e decisa e uno sguardo dagli occhi verdi e penetranti"

Oggi 6 giugno 2022 é stata intitolata la biblioteca multimediale dell’ist. comprensivo “Guglielmo II” alla professoressa Maria Rosa Chiarello che vi ha insegnato molti anni.
Il fatto che sia stata intitolata una biblioteca a Maria Rosa, professoressa emblema di “disciplina, virtute e canuscenza”, é una bellissima cosa perché vuol dire riconoscerla e farla entrare nella memoria, così come le opere entrano nella memoria attraverso i libri e la storia attraverso i monumenti. Ma la memoria, a differenza del ricordo, é un’azione viva: ha sempre qualcosa da dirci, come i classici.

É stato un momento molto emozionante con una quinta di scena magnifica: la “Chiesa Sacro Cuore” per parti spoglia e per altre ricchissima proprio come l’animo umano nelle sue contraddizioni. Si é esibito un coro di alunni della scuola con canti soavi, alcuni interventi di chi ne ha condiviso la vita e di chi la professione. Emozione e Gratitudine.

Io la ricordo così: “Mariarosa aveva un aspetto austero, chiuso, rigido, una voce squillante e decisa e uno sguardo dagli occhi verdi e penetranti. Innegabile la dedizione e la meticolosità al limite della tecnica più ferrea nel farci apprendere le regole di grammatica. Un librone dalle 700 pagine verdi studiato cavillosamente. E poi la divina commedia, il latino rosa rosae… Ci teneva tutti come soldatini disciplinati e ci incantava con le sue spiegazioni. Ci ha infuso la passione del fare, di mettercela tutta e di superare noi stessi.Poi, come tutte le persone dall’apparenza glaciale, bastavano un sorriso, una bella parola, nostri piccoli e grandi successi, per farla sciogliere in sorrisi dolci e compiaciuti, in abbracci calorosi, in pizzicotti in guancia, in complimenti che ti rendevano orgogliosa di averla resa orgogliosa. Gioviale amorevolezza che nel tempo non ha avuto più paura di venir fuori, caratterizzandola.
L’ultimo giorno della seconda media.
Io sapevo.
Ero seduta in antivilla su una panchina con alcuni compagni. La vidi di spalle mentre s’incamminava verso casa ed estraniandomi da tutti, accompagnandola con lo sguardo sino a non vederla più, pensai: ti voglio tanto, tanto bene!”

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