MONREALE – Questa mattina, in occasione del trentennale delle stragi di Capaci e di via D’Amelio in cui persero la vita i giudici Falcone e Borsellino e gli uomini della scorta, un corteo silenzioso, formato dalle classi quarte e quinte della primaria e tutte le classi della secondaria di primo grado dell’istituto Veneziano-Novelli, ha attraversato il centro storico di Monreale, raggiungendo Piazza Guglielmo I dove si è tenuto un momento di condivisione e di riflessione.
La cerimonia si è svolta sulle note dell’Inno di Mameli, cantato dagli alunni. Successivamente, durante l’evento, gli alunni ci hanno deliziato con dei canti e poesie scritte da loro.
A fare gli onori di casa il preside Marco Monastra: “È necessario tramandare, ricordare e fissare alle nuove generazioni qualcosa che non hanno vissuto, affinché i bambini possano costruire le immagini e dare un senso alle cose. I ragazzi sono il terreno fertile e la scuola serve a presidiare questo terreno. La cultura ti rende libero, consapevole, cosciente di ciò che affronti. Inoltre, è importante riflettere su ciò che è accaduto, mantenendo un impegno morale e civico forte ed attivo”.
“Oggi, è importante ricordare, non soltanto quella strage che segnò il destino di tanti siciliani, – ha dichiarato il sindaco Alberto Arcidiacono, presente all’evento – ma è fondamentale ricordare le gesta di uomini che hanno sacrificato la loro vita affinché noi potessimo essere liberi. Grazie a loro, questa terra rivendica giustizia”.
“Attraverso i ragazzi si dà voce a ciò che è accaduto trent’anni fa – è il commento dell’assessore Rosanna Giannetto -. È essenziale educare i ragazzi al rispetto, alla tolleranza, e soprattutto ad evitare le prevaricazioni. La scuola è il punto di partenza per crescere culturalmente, psicologicamente e socialmente, acquisire responsabilità ed autonomia e, infine, formare alla cittadinanza ed alla vita democratica”.
Non amo le commemorazioni – prosegue l’assessore Letizia Sardisco – perché spesso mi sembrano più apparenza che realtà. Ma, grazie alle commemorazioni, come quella di oggi, si riesce a parlare di lotta contro la mafia. I ragazzi, pur non avendo vissuto quei momenti, continuano a conoscerli ed a tramandarli di generazione in generazione. Questo é fondamentale affinché si possa parlare liberamente del problema e si possa mettere in atto una lotta contro il fenomeno”.
Commenti positivi anche dalla professoressa Romina Lo Piccolo: “Il lavoro svolto coi ragazzi è importantissimo. La scuola rappresenta il luogo dove si costruisce la coscienza antimafia, è il presidio della legalità”.
“La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”, celebre frase del giudice Giovanni Falcone.