“Abbiamo appena accolto una profuga ucraina arrivata con due figli piccoli. Siamo riusciti a fargli avere ospitalità presso una famiglia vicina alla nostra associazione. Ed è appena arrivata la richiesta di accogliere 78 bambini ucraini. Ci siamo subito attivati perché crediamo nell’umanità, nell’accoglienza”.
Irina Zobacheva, regista e cantante russa, si è trasferita ad Agrigento nel 2004, seguendo le orme del marito, Dario Danile, direttore artistico della manifestazione “Il mandorlo in fiore”. E nella città siciliana ha fondato un’associazione italo-russa, “Il mondo culturale”, perché crede nell’importanza dello scambio culturale tra Sicilia e Russia.
Da allora ha portato numerosi gruppi folcloristici russi ad esibirsi nell’isola, così come è riuscita a fare conoscere e ad apprezzare in Russia la cultura siciliana, provando a cancellare i vecchi cliché che volevano l’isola legata alla mafia. Diversi gruppi folcloristici e il teatro dei pupi siciliano si sono esibiti nelle piazze russe.
Irina è l’ideatrice dell’installazione a Messina della statua dedicata ai marinai russi avvenuta nel 2012. Ricorda l’intervento dei russi nel 1908 per salvare la popolazione messinese dallo tsunami.
Ed è questo il messaggio che ancora oggi vuole inviare.
“Il popolo russo è un popolo dotato di grandi valori, e non vuole la guerra. È un popolo tollerante, aperto al confronto con gli altri. Gli ucraini sono nostri fratelli. Io sono per la pace, sono contraria alla guerra, ma Putin non è quel mostro che vogliono fare credere. Il presidente della Russia è stato costretto all’intervento militare”.
E sulle cause che hanno portato il conflitto in Europa ha idee ben precise. “Bisogna conoscere la storia e tutti gli antefatti per comprendere quello che sta accadendo oggi”. Perché secondo lei lo storytelling dei media occidentali, che dipinge Putin come un despota imperialista, è falso. E condanna l’utilizzo delle immagini trasmesse dalle tv, finalizzate a suscitare forti emozioni nei cittadini europei.
“Il Popolo ucraino e quello russo hanno le stesse radici, noi russi abbiamo parenti e amici ucraini, come avviene in Italia tra i siciliani e gli altri italiani”.
Secondo l’attivista naturalizzata siciliana la Russia non è un paese aggressivo, e “nell’azione di Putin non c’è altro che la difesa contro il tentativo americano di estendere la propria area di influenza nei paesi di cultura russa, come l’Ucraina”.
Irina ricorda la politica razzista applicata nei confronti dell’enclave russa in territorio ucraino, come nelle due regioni del Donbass. Questo spiegherebbe quanto dichiarato da Putin contro la presenza di movimenti neonazisti in Ucraina: “Ho amici, di origine russa, che dal 2014 sono costretti a vivere nei sotterranei per paura dei neonazisti ucraini. Galla, una mia amica coreografa, mi racconta che è costretta a vivere nei bunker per paura di venire uccisa”.
E riporta alla memoria i tanti bambini russi uccisi dal 2014. “Nessuno in Europa voleva riconoscere il genocidio russo in Ukraina, durato 8 anni. A ricordarlo c’è la lapide nel “Vicolo degli angeli”, in Donbass”.
La regista condanna il ruolo dei media che stanno facendo propaganda contro la Russia. “Il giornalista Giulietto Chiesa (scomparso nel 2020), già nel 2015 in un convegno presso l’ambasciata della Federazione Russa in Italia, rivelava quali fossero i veri obiettivi del golpe nazista a Kiev, progettato dagli USA e dall’UE che usavano l’Ucraina come un bastone per colpire la Russia”.
Ma questo è il momento della solidarietà nei confronti di un popolo fratello.
“Io rimango qui perché ritengo di essere più utile alla causa con le attività svolte dalla mia associazione. Il senso della mia attività sta nel costruire un ponte di amicizia e di unità tra i popoli, se ognuno di noi saprà esprimersi nel linguaggio universale dei valori morali, il mondo sarà perfetto.