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Il mantra della scuola in presenza e un Governo che sul rientro in aula ha solo decantato una serie di bugie

La ddi è una bestemmia pedagogica e poi le bugie su Ffp2, distanziamento, impianti di aerazione e campagna vaccinale seria

Una domanda semplice ai genitori: chi di voi manderebbe il proprio figlio di sei, sette o otto anni, a piedi sull’autostrada che da Palermo porta all’aeroporto? Forse qualcuno potrebbe pensare di farlo ma con un giubbetto catarifrangente che lo protegge; con una mascherina per proteggersi dallo smog. Forse. 

Ecco, nelle scuole stiamo accompagnando dei bambini come se li inviassimo sulla tangenziale ma senza alcuna protezione. Senza nulla a parte il buon senso dei maestri e dei professori. 

Chi non è a favore di una passeggiata all’aria aperta? Tutti lo siamo ma non in autostrada. Il mantra della scuola in presenza è uno specchietto per le allodole utilizzato ad arte da questo Governo che sul rientro in aula ha solo decantato una serie di bugie. 

È evidente che la scuola dal vivo, tra i banchi, è l’ideale. Lo è perché è veramente aperta a tutti; lo è perché l’insegnamento è empatia, è stabilire una relazione d’intenti e di sguardi che sta alla base dell’apprendimento. Si fa scuola con la voce; con l’ascolto; con il tatto; con gli occhi; con il corpo. Un esempio: ogni anno, il 9 maggio, faccio vedere ai miei alunni il film “I cento passi”. E’ una pellicola che ho già visionato ma ogni volta mostro con il mio corpo una grande attenzione e tensione morale; solo così anche i miei ragazzi capiscono che quella è una lezione che “conta”. 

Detto ciò, la didattica a distanza è un surrogato, è una possibilità in questa fase. Il noto pedagogista Daniele Novara mi ha insegnato che chi sa fare lezione in presenza la sa fare anche davanti ad un personal computer. Confermo. 

Il vero problema è la didattica digitale integrata ovvero quando i bambini sono in presenza e in assenza. Come mi ha suggerito la docente monrealese, Elke Termini,  in un’intervista che le ho fatto per “Il Fatto Quotidiano”, l’insegnante in aula ha “l’attenzione, la concentrazione rivolta ai bambini in classe” e non può averla allo stesso tempo per chi sta dietro uno schermo. 

La ddi è una bestemmia pedagogica e solo degli incompetenti potevano pensare di metterla in campo. 

Fatta questa disamina va visto il contesto attuale. In questo momento si poteva o si può (per quella parte di siciliani che domani tornano in aula) fare scuola in presenza solo con la garanzia di quattro elementi. 

Il primo: le Ffp2 per tutti. Il ministero dell’Istruzione continua imperterrito a inviare negli istituti undici milioni di mascherine chirurgiche che non servono più a nulla. Andrea Crisanti, microbiologo di fama mondiale, mi ha spiegato che contro Omicron e Delta, servono solo le Ffp2. Il ministero non le ha distribuite a tutti ma solo (e per ora non sono arrivate) ai docenti con alunni esentati dal portarle. Bene. L’importante è saperlo: i bambini che vanno a scuola con le chirurgiche rischiano di ammalarsi. 

Il secondo elemento: gli impianti di aerazione. E qui c’è la grande bugia. Con il Decreto “Sostegni Bis” ad agosto sono stati stanziati 350 milioni che – secondo il comunicato stampa del ministero (scritto dagli uffici ma sempre vistato dal ministro) – dovevano servire anche per gli impianti di purificazione. Nella circolare del capo dipartimento sulle modalità operative di spesa sono spariti. Risultato? Quanti sono 350 milioni per scuola? Pochi spiccioli che i presidi non hanno potuto certo usare per gli impianti (sempre che avessero potuto farlo). Risultato? I bambini respirano aria insalubre. 

Il terzo elemento: il distanziamento. Era nel protocollo dell’anno scorso quando al ministero c’era Lucia Azzolina e quando c’era al Cts Agostino Miozzo. E’ stato fatto sparire da Bianchi e da Locatelli, nuovo capo del Cts. Perché? Risposta semplice: se fosse stato mantenuto molte classi a settembre sarebbero andate in dad e il ministro non avrebbe potuto dire che apriva tutti i plessi in presenza. Da aggiungere (lo dico da maestro): il distanziamento alla primaria è un’illusione. 

Quarto elemento: una campagna vaccinale seria. Non è mai stata fatta e ad oggi ci sono ancora l’83% di bambini tra i 5 e gli undici anni da vaccinare. 

Ne consegue che andare a scuola è rischioso. Certo non si potevano tenere a casa in dad per mesi, ancora una volta, ma due settimane, se avessimo avuto un Governo serio, potevano servire a fornire le Ffp2, ad aumentare le vaccinazioni e magari ad installare qualche impianto di aerazione (forse). 

Due settimane di didattica a distanza non avrebbero certo cambiato le sorti dei nostri alunni e figli. 

Certo, se penso alla Sicilia così come ad altre regioni del Sud e non solo, mi vengono in mente i tanti bambini che vivono in uno stato di assoluta povertà con mamme e papà analfabeti. Nessuno si illuda che due settimane a casa o a scuola, possono cambiare la loro vita. Anzi due settimane a scuola con una didattica mista non fanno altro che creare ancor più disuguaglianza. 

La vera soluzione – mai applicata nemmeno dal Governo Conte – era quella di avere un contingente di maestri di strada che – in occasione della dad – andassero a casa di questi alunni dove non basta certo un device. 

Suggerii questa soluzione alla ministra Lucia Azzolina ma non mi ascoltò. 

Veniamo ad oggi. Il Governo ha riaperto a tutti i costi. Ha promesso Ffp2 che non arrivano. Ha promesso tracciamenti con i militari che non si sono mai visti. Bianchi – a Radio24 – ieri ha detto che non c’è stato alcun disastro. Non sappiamo in che pianeta viva. Gli basterebbe leggere i commenti alla notizia pubblicata sul sito dell’Ansa per capire. 

Il Governo Siciliano ha rinviato di qualche giorno l’apertura delle scuole. Poteva essere una buona idea. Ma qual è stato l’obiettivo? Cos’è migliorato in questa settimana? Nulla. 

Di fronte a questo scempio? L’anestesia. L’unica protesta è stata in chat: in quelle dei genitori; in quelle dei docenti; in quelle dei presidi. Non una manifestazione. Non una protesta di piazza. Semmai qualche petizione online. 

Sia chiaro: il Governo può fare ciò che vuole e Bianchi (sempre senza contraddittorio) può andare in TV o in Radio a dire quel che gli pare perché il popolo è anestetizzato. 

Tutto ciò ci insegna una sola cosa: la scuola è una priorità per tutti, vero. Anche per questo Governo. La questione è chi gestisce questa priorità. Se a farlo sono degli incompetenti, questi sono i risultati. E’ l’Italia, ragazzi. Un Paese che non cambia mai. 

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