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In Sicilia niente visite ai parenti, ma le scuole restano aperte

Decisione incoerente? Intanto alcuni sindaci sospendono anche le lezioni in presenza

Il Presidente della Regione siciliana Nello Musumeci assieme al CTS (Comitato Tecnico Scientifico Regionale) ha deciso di inasprire le restrizioni già presenti nel DPCM del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Molti cittadini si chiedono perché Musumeci abbia chiuso tutto e messo la Sicilia in zona rossa nonostante Conte e il suo team avessero previsto una fascia con misure meno stringenti.

Si pensava che la Sicilia venisse messa in zona arancione.

Senza dubbio la pressione fatta dai molti sindaci, primi su tutti quello di Palermo Leoluca Orlando e quello di Messina Cateno De Luca, spaventati dall’andamento della curva epidemiologica e dalla pressione sugli ospedali delle città, hanno spinto Musumeci a questa decisione estrema, che potrebbe portare purtroppo molte aziende e negozi a chiudere, lasciando intere famiglie di commercianti sommerse dai debiti.

La decisione che ha mosso più critiche all’operato del Presidente è un’altra. 

La gente si chiede perché Musumeci abbia riaperto le scuole, se ha invece categoricamente vietato ai cittadini la possibilità di poter andare a trovare un parente o un amico presso la sua abitazione, nonostante l’applicazione di tutte le norme di sicurezza vigenti (distanza minima, mascherina ecc.).

Diciamocelo senza prenderci in giro, uno dei maggiori veicoli di contagio durante il mese di settembre e buona parte di quello d’ottobre è stato sicuramente l’enorme numero di bambini, genitori e studenti delle superiori davanti la scuole e nelle aule, non ancora pronte a un ritorno. 

Ritorno voluto dalla Ministra Lucia Azzolina, che ha fatto spendere milioni e milioni di preziosi euro per comprare migliaia di banchi con le rotelle che nel migliore dei casi sono serviti agli studenti come autoscontri lungo i corridoi, per quel poco che è durata la didattica in presenza. 

E se questi soldi li avessero impiegati invece per potenziare le strutture sanitarie? Forse avremmo potuto trascorrere il sabato sera a mangiare una pizza in un contesto allegro invece di stare rinchiusi a casa. 

Far tornare fra i banchi di scuola i bambini delle elementari lunedì potrebbe purtroppo essere una scelta poco saggia, tanto è vero che alcuni sindaci, come quello di Monreale e di Petralia Soprana, hanno deciso di sospendere temporaneamente le lezioni in presenza in tutte le scuole di ogni ordine e grado.

Aspettare che gli effetti della quarantena da zona rossa facciano effetto, così da abbassare la curva dei contagi e la pressione sugli ospedali in Sicilia, permetterebbe un ritorno più sicuro a tutti gli studenti, a tutti gli insegnanti e a tutto il personale scolastico.  

I bambini siciliani dovranno rimane fra i banchi di scuola in aule affollate con 20 o più alunni ma non potranno andare a trovare due nonni.

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