Le coste italiane baciate dalle tartarughe marine. In un’estate già particolare e piena di problemi per quanto concerne l’emergenza covid si apre un raggio di speranza per la specie animale. Infatti, sono già 160 i nidi di tartaruga Caretta caretta che sono stati trovati dagli esperti e volontari sulle spiagge di tutta Italia.
Il bilancio però è ancora provvisorio poiché le nidificazioni proseguiranno fino alla fine dell’estate però già si possono confermare le prime percentuale individuate dagli ambientalisti. Rispetto all’anno scorso le nidificazioni sono aumentate parecchio anche in Sicilia che se ne contano 62. Queste nate nelle coste di Sciacca, Agrigento e tutta l’area a sud dell’Isola stanno dando un segno di speranza alla specie poiché in via di estinzione.
Una buona notizia dunque, dato che la specie Caretta caretta è ancora a rischio estinzione dal pianeta. Si stima che ogni anno, solo nel mar Mediterraneo, muoiano oltre 40mila esemplari per via di incidenti con le navi o imbarcazioni di vario tipo, intrappolate nelle reti da pesca, impigliate negli ami e per l’ingestione di plastica scambiata per cibo. Alcuni anni fa una tartaruga simile è rimasta tranciata da un’elica di una nave al porto di Palermo e purtroppo per lei non ci fu nulla da fare.
A contribuire con il veloce sviluppo di questa specie è anche l’intensificazione del controllo delle spiagge, ma probabilmente anche l’aumento delle temperature legato ai cambiamenti climatici, molto più simili a quelle delle regioni tropicali, ed è una delle motivazioni che sta dietro il boom di nidi scoperti tra gli arenili di tante regioni italiane. Aree recintate, cartelli di segnalazione spicchi di spiaggia rese momentaneamente off-limits hanno protetto la specie in questa delicata fase, mentre decine di volontari di tante organizzazioni scientifiche e ambientaliste stanno monitorando e mettendo in sicurezza in sicurezza i nidi, tra cui i Tartateams di Legambiente.
Come avviene il processo di nidificazione?
La tartaruga, durante la notte esce dall’acqua e risale la riva per dirigersi verso la spiaggia scegliendo il punto dove scavare una buca e deporre le uova che si schiuderanno nei 45-60 giorni successivi. È qui che diventa di molto importante l’attività dei volontari per la protezione dei nidi messi a rischio dalla pulizia meccanica delle spiagge, dalla predazione da parte di altri animali, dalle mareggiate e dai turisti inconsapevoli in cerca di spazi liberi dove piantare ombrelloni.