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Operazione “Golden wood”, 12 arrestati tra Palermo e la Toscana, riciclavano i proventi illeciti della famiglia mafiosa di Corso dei Mille

Operazione in grande stile condotta nella notte dalla Guardia di Finanza di Prato, con la collaborazione dei Reparti del Corpo di altre città.

Oltre 300 Finanzieri impegnati nell’arresto di 12 criminali, oltre che al sequestro di 15 aziende, di decine di conti correnti e disponibilità finanziarie. Gli agenti hanno anche svolto 120 perquisizioni domiciliari e locali.
Ma ci sono altre 48 persone indagate in questa operazione, denominata “Golden wood”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze.

Alle 60 persone sono state contestate – a vario titolo – l’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, autoriciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, nonché i reati di intestazione fittizia di beni, contraffazione di documenti di identità e sostituzione di persona. Ai soggetti è stata contestata anche la specifica aggravante di avere agevolato l’attività di un’associazione mafiosa, quella della “famiglia mafiosa di Corso dei Mille” di Palermo. 

L’indagine nasce nel 2017, quando erano stati individuati alcuni soggetti dediti – attraverso l’utilizzo di documenti di identità falsi, intestati a persone inesistenti – alla movimentazione di ingenti somme di denaro di dubbia provenienza.
Le intercettazioni telefoniche e ambientali, le attività di video-registrazione, gli appostamenti, i pedinamenti e l’esame di copiosa documentazione bancaria, anche con il supporto dello S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza, hanno consentito di accertare l’operatività di un’associazione a delinquere, ben organizzata e strutturata. Per immettere nel circuito economico denaro di provenienza illecita, ha creato e gestito – direttamente e tramite una serie di prestanome – una galassia di imprese con sedi in tutto il territorio nazionale ed in particolare in Toscana, Sicilia e Lazio (in totale 33), in parte reali ed effettivamente operanti ed in parte di fatto inesistenti in quanto sprovviste di qualsiasi idonea struttura imprenditoriale; tutte con oggetto sociale il commercio di pallets, ovvero le pedane in legno comunemente utilizzate per il trasporto e la movimentazione di vari tipi di materiale. 

La galassia di imprese serviva a riciclare i proventi degli affari criminali della “famiglia mafiosa di Corso dei Mille” di Palermo, capeggiata da Pietro Tagliavia, soggetto condannato con sentenza irrevocabile per il reato di associazione mafiosa, figlio di Francesco Tagliavia, già esponente di vertice del mandamento di Brancaccio, condannato anch’egli all’ergastolo sia per la strage di via d’Amelio a Palermo che per quella di via dei Georgofili a Firenze.

OPERAZIONE “GOLDEN WOOD”

OPERAZIONE “GOLDEN WOOD”

Publiée par FiloDiretto Monreale sur Jeudi 6 février 2020

L’importo totale delle fatture false emesse ed utilizzate ammonta ad oltre 50 milioni di Euro.
La contestazione dei reati di riciclaggio ed autoriciclaggio concerne, negli anni tra il 2015 ed il 2018, una somma complessiva di circa 40 milioni di Euro.
Gli inquirenti hanno certificato un imponente giro di denaro, per un importo totale di oltre 150 milioni di Euro, caratterizzato da continue operazioni di accredito e di addebito di somme anche ingenti, giustificate quali pagamenti di fittizie forniture di merce, tramite documentazioni contabili non di rado artatamente predisposte a posteriori.
Sui cui conti correnti di due cittadini dello Sri Lanka, titolari di altrettante ditte individuali – con oggetto sociale il commercio di pallets – con sedi dichiarate a Prato, ma di fatto inesistenti, in circa due anni sono transitati, complessivamente, più di 20 milioni di Euro.
Gli indagati si erano messi a completa disposizione di Pietro Tagliavia, nel periodo in cui egli era detenuto presso la casa circondariale di Prato, tanto da reperirgli nel 2017 un’abitazione in Campi Bisenzio (FI) dove aveva poi scontato gli arresti domiciliari e da fornirgli, clandestinamente ed in violazione delle prescrizioni imposte dall’Autorità Giudiziaria, un telefono con il quale mantenere i contatti anche con i propri sodali in Sicilia.

Dei dodici arrestati, sei ristretti in carcere, altrettanti ai domiciliari, dieci sono originari di Palermo e provincia, due della Puglia.
Sette sono residenti nel capoluogo siciliano, due a Prato, due a Campi Bisenzio (FI) ed uno a Sesto Fiorentino (FI).

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