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Il capo mafia è Rosario Lo Bue, la conferma della Cassazione

CORLEONE – Il capo mafia di Corleone è Rosario Lo Bue. Non vi sono dubbi per la Cassazione che gli riconosce la leadership. La suprema corte ha confermato la sentenza del processo “Grande Passo 3” che era stata emessa dalla Corte d’appello di Palermo il 2 maggio 2018.

A Lo Bue, come viene evidenziato nelle motivazioni della Cassazione, era assegnato il compito di controllare tutto il territorio del Corleonese, compresi quelli di Chiusa Sclafani, Contessa Entellina e Palazzo Adriano.
Come riporta il Giornale di Sicilia, Lo Bue aveva avuto 15 anni (la stessa pena che gli aveva inflitto in precedenza il Gup Fabrizio La Cascia, il 3 marzo 2017) e gli altri imputati pene anch’esse pesanti, sia pure, in tre casi, con lievissimi sconti rispetto all’appello. Le riduzioni erano state calcolate per Vincenzo Pellitteri, del clan di Chiusa Sclafani (pena finale 9 anni e 4 mesi) e per gli uomini d’onore del suo paese, Roberto Pellitteri e Salvatore Pellitteri (classe 1992); assieme all’altro Salvatore Pellitteri (nato nel 1976), avevano avuto 8 anni e 8 mesi a testa. Ribaditi pure i 6 anni e 8 mesi inflitti a Pietro Pollichino.

Fondamentali sono state nel corso del procedimento penale nei confronti di boss e gregari corleonesi le intercettazioni ambientali eseguite dai carabinieri di Monreale e che hanno consentito di definire che l’associazione mafiosa era armata e dunque hanno fatto fanno scattare l’aggravante. Le cosche stavano progettando un omicidio mai realizzato per l’arresto della potenziale vittima.

Uno degli effetti dell’operazione Grande Passo 3 fu lo scioglimento del comune di Corleone per infiltrazioni mafiose.

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