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Monreale, amministrative 2019. Costantini (M5S): “Nessun apparentamento”. Romanotto (Lega): “Nessuna preclusione”

Monreale, 1 maggio 2019 – Il Movimento Cinque Stelle ha deciso, rimarrà fuori dai giochi. Fabio Costantini, confermato consigliere comunale, non è interessato a giocare alcun ruolo in occasione delle prossime consultazioni del 12 maggio. Le preferenze registrate dai pentastellati, 1.057, potrebbero fare gola sia ad Arcidiacono che a Capizzi, costretto a rincorrere l’avversario trovandosi con uno scarto negativo di circa 500 voti.

La linea politica del consigliere pentastellato è chiara e netta, e non ammette ripensamenti. Non ci sarà alcun accordo tecnico in vista del ballottaggio. Si profilano altri cinque anni di opposizione per il M5S, anche se, spiega Costantini, “valuteremo in aula quali proposte appoggiare e quando lo riterremo opportuno”.

Diversa la posizione della Lega, che non chiude la porta all’ipotesi di un apparentamento.

Ieri sera il gruppo si è riunito per riflettere sulle prossime mosse.

“Lusingato dalla fiducia riposta in me dai cittadini”, dichiara Giuseppe Romanotto, il candidato sindaco della Lega che ha raccolto 2.423 preferenze, nettamente superiori a quelle di lista, 1.748.

“Una dichiarazione di stima da parte dei cittadini, nei miei confronti e nei confronti della Lega, della quale il gruppo non può non tenere conto”.

Oggi il tema sul quale discutere, è quello degli apparentamenti. Nessuna preclusione nei confronti di nessuno dei due candidati, ma “una eventuale interlocuzione dovrà basarsi unicamente sulla condivisione dei punti programmatici che gli sottoporremo”.

Eventuale, perché al momento né Arcidiacono né Capizzi hanno alzato il telefono per chiedere un incontro a Romanotto.

Non è da escludere completamente l’apertura di un dialogo con Piero Capizzi, nonostante sia Giuseppe Romanotto che Giuseppe La Corte durante gli ultimi cinque anni si siano distinti per l’opposizione dura e tenace fatta in aula contro il sindaco uscente. 

Più logico potrebbe apparire un apparentamento con Alberto Arcidiacono. In caso di vittoria, Giuseppe Romanotto, primo dei non eletti della Lega, entrerebbe in consiglio grazie al premio di maggioranza, assieme a Nino Picone (e forse anche a Maria Francesca Nifosì). Questo sulla base dei dati attuali, perché è al momento in corso la verifica delle schede, che potrebbe offrire sorprese per quelle liste al limite della soglia.

La possibilità dell’apparentamento diventa una opzione interessante per il Carroccio, e rappresenta per l’ex consigliere (ed ex candidato sindaco della Lega) Giuseppe Romanotto, l’unica chance per non rimanere con un pugno di mosche in mano.

Ma anche questa opzione presenta degli ostacoli. Domenica scorsa la Lega ha incassato la preferenza del 10% degli elettori monrealesi. Questa dote fa certamente gola ad Alberto Arcidiacono, ma lo porterebbe a dovere gestire forti malumori interni.

Come quelli provenienti da “Obiettivo Futuro”, che fa riferimento ad esponenti politici del Partito Democratico, quali Sandro e Silvio Russo, che non prenderebbero bene l’idea di firmare un accordo tecnico, e poi di entrare in giunta, con esponenti del Carroccio.

Stessi mal di pancia che proverebbe l’area più a sinistra dell’ampia coalizione che il 28 aprile si è presentata al seguito di Arcidiacono, nel caso in cui si dovesse valutare la stipula di un accordo con Forza Italia o con Salvino Caputo. 

“Già 5 anni fa Arcidiacono sbagliò gli apparentamenti e perse il ballottaggio – spiega Romanotto -. Non capisco inoltre le preclusioni dell’area del PD che ha accettato di correre insieme al centro destra di Diventerà Bellissima. Oggi siamo l’ago della bilancia. Siamo un partito del 10%. La città si è espressa sia per Arcidiacono che per Capizzi. Le nostre preclusioni saranno solo basate sul progetto politico da portare avanti nell’interesse della città”.

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