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“Ogni studente suona il suo strumento….La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia.”

Tanta emozione per il concerto dell’Orchestra “Antonio Veneziano”

Monreale, 29 maggio 2017 – Si è concluso oggi pomeriggio in Aula Consiliare con un concerto di fine anno scolastico il percorso di studio degli alunni dell’indirizzo musicale della scuola Veneziano che ha visto coinvolte tutte le sezioni strumentali del corso, pianoforte, violino, chitarra e percussioni. I giovani musicisti, guidati dai docenti di strumento Marisa Milazzo, Davide Mazzamuto, Giulia Giambertone e Daniele Rando, hanno vissuto un’esperienza unica traducendo in maniera personalizzata gli apprendimenti interiorizzati ed esprimendo attraverso la dimensione “d’insieme” una socialità che è la cifra più significativa di un tale assetto formativo. Da brani solisti ad esecuzioni in piccoli gruppi intervallati da pezzi d’ensamble, gli alunni hanno spaziato all’interno di un repertorio che va dai classici Mozart e Beethoven sino ai moderni Piazzolla e Piovani. 

Ciascun allievo ha dato il proprio contributo alla manifestazione finale coerentemente con le proprie specificità e le proprie potenzialità, trovando e perfezionando nel contesto orchestrale le modalità espressive più idonee al proprio modo di essere, al proprio modo di apprendere, al proprio modo di confrontarsi, al proprio modo di vivere e manifestare l’entusiasmo. Come scrive Daniel Pennac: “Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sintonia…” E così, portando avanti la parafrasi, quand‘anche si avesse a disposizione un piccolo triangolo, l’importante è che anche questo conosca la musica, forse non brillante come il primo violino, ma sicuramente la stessa musica; è importante che anche questo contribuisca alla qualità dell’insieme, diventando un ottimo triangolo, nonostante la “communis opinio” voglia farci credere che valgano solo i primi violini.

Ed è il traguardo che i nostri ragazzi hanno tagliato dando prova di una coesione oltre che esecutiva soprattutto strutturale in cui, come all’interno di un microcosmo, ogni elemento trova la propria dimensione e interagisce sinergicamente con un insieme che, piuttosto che appiattire le singole individualità, consente loro di essere valorizzate. 

Sentita e commossa la partecipazione di un folto pubblico composto non solo dalle famiglie dei ragazzi, ma anche dagli operatori scolastici tutti e dai rappresentanti delle istituzioni cittadine che, in maniera corale, hanno contribuito alla costruzione di un’atmosfera densa di emozioni forti.

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