La vicenda giudiziaria riguarda tremila assunzioni al 118 e l’aumento ingiustificato di ambulanze, da 158 a 256 – in pieno periodo elettorale, tra il 2005 ed il 2006 – secondo la Corte dei Conti, “per meri motivi elettorali”.
Ricordiamo che, tra il 2005 e il 2006, la giunta Cuffaro aveva incrementato il numero delle ambulanze del 118, che furono portate da 158 a 256, mentre veniva abbassato il monte ore del personale da 36 a 30 ore, ma, visto il raddoppio delle ambulanze, si rese urgente l’assunzione di 1200 persone in un anno, in gran parte barellieri e autisti, ma anche amministrativi, molti dei quali scelti tra quanti avevano appena ottenuto la certificazione ad un corso di Formazione del Ciapi. I magistrati contabili ribadirono la legittimità dell’aumento dei mezzi, ma non le assunzioni di 512 nuovi autisti-soccorritori, non giustificate da carenza nel servizio, ma invece “indotte”, dopo aver diminuito l’orario al personale già assunto. Per questo la Corte dei Conti ha stabilito che invece dei 37 milioni di euro richiesti in precedenza, ne dovranno essere risarciti 12 milioni, 729 mila 877 euro ciascuno, ma sembrerebbe che i politici non abbiano ancora ricevuto le cartelle esattoriali.
Il quotidiano “la Repubblica” riferisce che la Regione aveva chiesto ad Equitalia di avviare le procedure per recuperare le somme dovute. Molte cartelle esattoriali però non sono state consegnate a causa degli indirizzi errati. I documenti giacciono infatti, nelle sedi dei Comuni di residenza. Se da settembre non saranno pervenuti i pagamenti i politici in questione saranno sottoposti a ipoteche e pignoramenti, col pagamento degli interessi, benché l’udienza sulla revoca del provvedimento sia stata rimandata a dicembre. La magistratura contabile non prevede il terzo grado di giudizio.
I 17 politici coinvolti sono: Nino Dina, Totò Cuffaro, Francesco Scoma, Francesco Cascio, Fabio Granata, Giuseppe Arcidiacono, Mario Parlavecchio, Michele Cimino, Giovanni Pistorio, Santi Formica, Giuseppe Basile, David Costa, Giancarlo Confalone, Angelo Moschetto, Carmelo Lo Monte, Antonio D’Aquino, Innocenzo Leontini.