Soddisfazione dell’assessore Marco Intravaia per il recupero del monumento
Molto soddisfatto l’assessore Marco Intravaia per l’operazione di bonifica della Fontana dell’Arpia situata lungo la panoramica Rocca-Monreale. Gli operai dell’ufficio tecnico hanno eseguito il recupero dell’opera monumentale, consegnata stamattina, liberandola dalle erbacce che la invadevano, e ripristinando l’impianto d’illuminazione. Ancora da ripristinare l’impianto idrico, a causa di un guasto alla condotta che porta l’acqua alla fontana. L’assessore Intravaia, che ha la delega a Ville e Giardini, mostra molto compiacimento nel compimento dell’opera di recupero di una delle fontane artistiche più belle della strada storica che conduce a Monreale.“È fondamentale ribadire – continua Intravaia – che una seria politica di sviluppo, soprattutto in una città come Monreale, deve essere inevitabilmente legata alla valorizzazione e alla cura del patrimonio artistico e culturale e per questo ancora una volta voglio ringraziare le associazioni giovanili che hanno condotto una opera di riqualificazione”.
In una nota inviata dall’ufficio stampa del comune viene allegata una descrizione del monumento:
“Ad indicare la data di realizzazione della fontana, 1665, vi è posta una tabella marmorea. Questa opera ha uno stile che si discosta completamente dalle altre fontane dello stradone che conduce alla città normanna, poiché distante circa un secolo dalle fontane marabittiane, e presenta tipiche forme seicentesche. È addossata ad una parete. Consta di una struttura alquanto movimentata e suddivisibile in tre settori. Lo zoccolo è adornato da due volute che dall’esterno si avvolgono verso l’interno, poste in corrispondenza delle due paraste del secondo settore. Ulteriore elemento inserito nella parte inferiore, preponderante, è un’arpia scolpita esattamente al centro, sul sostegno della piccola vasca, posta frontalmente, con le ali spiegate. Il secondo ordine è quello che presenta maggiore respiro. Ai lati sono collocate due volute, le cui dimensioni sono molto più grandi di quelle già analizzate, tanto che fuoriescono dallo zoccolo. Queste due volute si configurano come il momento più fortemente decorativo e movimentato della struttura e, legandosi inevitabilmente alle volute sottostanti, le riprendono con un moto inverso, terminando tutte e quattro con una sorta di svolazzo. La nicchia è sormontata dalla tabella già citata. La parte superiore, squadrata è sormontata da uno scudo anch’esso seicentesco, come si può evincere dal cartiglio entro cui è avvolto. L’arpia ed il mascherone riportano ad un tema diffusissimo nel Seicento dove l’elemento umano dialoga con quello animale. In questo caso, i due elementi sono isolati, ma posti lungo lo stesso asse, caratterizzato dalla particolare posizione dell’arpia che, come già sottolineato, apre le ali.”