“Ti faccio cadere i denti”, “la testa ti svito”. Questo il contenuto, parziale delle intercettazioni condotte dai carabinieri di Borgetto tra il 2018 e il 2019 all’interno di una scuola materna. Frasi proferite da alcune maestre nei confronti dei piccoli alunni, di età dai 4 agli 8 anni.
Ieri si è tenuto il processo d’appello per le cinque maestre coinvolte nell’inchiesta, che già in primo grado, nel 2019, erano state condannate a due anni per presunti maltrattamenti. In quella occasione avevano scelto il rito abbreviato.
L’indagine era scattata nella scuola materna di Borgetto nel 2018, in seguito alla denuncia presentata dalla mamma di un bambino che era arrivato a casa con un orecchio tumefatto. Il bambino aveva dichiarato che era stata la maestra. A quel punto i militari avevano posto sotto intercettazione le aule scolastiche.
Dalle registrazioni era emerso un clima di sopraffazione e violenza esercitato dalle maestre nei confronti dei bambini che, secondo l’accusa, sarebbero stati “aggrediti fisicamente con schiaffi, calci, spinte, al corpo e al volto, nonché afferrandoli per le braccia e per le orecchie, trascinandoli per le aule, costringendoli con la forza a stare seduti ed in silenzio”. In alcuni casi sarebbero anche stati rinchiusi in una stanza buia per punizione.
A febbraio del 2019 tre delle cinque imputate erano state sospese dal servizio su decisione del GIP, Filippo Lo Presti.
In seguito al ricorso presentato dalle imputate i giudici della quarta sezione della Corte d’Appello hanno riformulato il verdetto di primo grado. Per due delle cinque maestre, Daniela Di Gregorio e Giuseppina De Luca, è stata confermata la condanna a due anni. Per Maria Concetta Vitale la pena è stata ridotta a due mesi. Per le altre due colleghe, Rosa Lupo e Maria Caruso, è arrivata l’assoluzione.
La corte d’appello ha stabilito solo il risarcimento di 900 euro per la famiglia del bimbo disabile.