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Assolto anche in Appello Pietro Cannarozzo, era stato coinvolto con il figlio nell’inchiesta sugli incendi del 2017

Nel 2017 gli incendi devastarono i territori di Monreale, tra San Martino delle Scale e Piano Geli

È stato assolto perché il fatto non sussiste. La prima sezione della Corte d’Appello di Palermo, presidente e relatore Infantino, ha confermato la sentenza di assoluzione nei confronti di Pietro Cannarozzo. L’uomo, impiegato del Servizio Antincendio dell’Azienda Foreste e Territorio della Regione Siciliana, era stato coinvolto assieme al figlio Angelo nel 2017 nell’inchiesta sugli incendi che devastarono i territori di Monreale, tra San Martino delle Scale e Piano Geli. Il padre, che oggi ha 69 anni, già nel processo di primo grado, tenutosi nel luglio 2020, era stato assolto dai giudici del Tribunale di Palermo dalle accuse di furto e peculato. Delle accuse relative agli incendi era già stato scagionato prima dell’avvio del processo con l’archiviazione arrivata al termine delle indagini. Le accuse mosse all’operaio forestale, difeso dall’avvocato Giuseppe Pipitone, non erano state ritenute fondate dalla terza sezione del tribunale, presieduta da Fabrizio La Cascia.

Dall’avvio del procedimento e fino alla sentenza di primo grado l’uomo era stato tratto agli arresti domiciliari.

Questa mattina è arrivata l’assoluzione anche da parte della Corte d’Appello di Palermo che si è pronunciata sul ricorso presentato dalla Procura, relativamente alle ipotesi di reato di furto, non impugnando la parte riguardante il peculato.

Cannarozzo era stato accusato di essersi impossessato, nel mese di settembre 2017, di materiale ferroso asportato da un’autovettura, di un ferro a T di 100 kg sottratto a persona rimasta sconosciuta, di un coperchio in ferro/ghisa di un tombino stradale, con il rischio di causare seri danni a veicoli in transito, ed ancora di avere sottratto attrezzi agricoli all’azienda Forestale della Regione Siciliana, sfruttando il suo status di dipendente dell’ente. In appello il Procuratore generale aveva chiesto la condanna per 3 anni.

L’operaio forestale è stato difeso in questa occasione, oltre che dall’avvocato Pipitone, anche dall’avvocato Piero Capizzi. I suoi legali presenteranno adesso una richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione e per la sospensione dello stipendio durata per tutti gli 8 mesi di arresti domiciliari.

Ancora non definita la posizione del figlio Angelo, per il quale pende ancora il processo d’appello per gli avere appiccato gli incendi.

Incendi e furti a Monreale, assolto Pietro Cannarozzo e processo al figlio

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