Per prima cosa facciamo i nostri auguri alla prof. Amelia Crisantino per la riconferma alla presidenza della Pro Loco di Monreale, “è un onore e anche un impegno” dice lei un po’ schermendosi. Abbiamo chiesto questo incontro per parlare di qualcosa che si preannuncia come una grande e bella novità per Monreale, qualcosa che in pratica somiglia a una scoperta ma non lo è affatto. Parliamo di un luogo chiamato Fontana Lupo, vicinissimo alla nostra città ma del tutto sconosciuto alla stragrande maggioranza dei monrealesi, quindi la prima domanda è scontata.
Che cosa ha di particolare Fontana Lupo, dove si trova?
All’inizio dell’800 Domenico Scinà la definì semplicemente “la principale sorgente dell’Oreto”, ma per altri era molto di più. Era addirittura il luogo magico dove viveva il dio Oreto. Possiamo dire che è una risorgiva, una sorgente alimentata dalla falda freatica ed ha portata e temperatura costanti: così si spiega come a fine agosto la quantità d’acqua sia sorprendente. È appena sotto il paese, fra Monreale e Altofonte, e coincide con un territorio dalla bellezza incontaminata.
Com’è possibile che un luogo simile rimanga sconosciuto?
Intanto è accaduto. Se scendiamo da Monreale verso la circonvallazione e poi verso Aquino chiunque può accorgersi della grande quantità di canne: il paesaggio sembra arido anche se i canneti sono tipici delle zone umide, è un controsenso. A quanto pare non ci facciamo caso, non siamo abituati a vivere in maniera consapevole, ma tutta la Valle dell’Oreto è inserita nei SIC, i siti di interesse comunitario. Solo qualche mese fa le amministrazioni di Monreale, Altofonte e Palermo hanno firmato il Manifesto d’intenti per la Valle dell’Oreto. E non dimentichiamo le tante associazioni che fanno parte del Forum del contratto di fiume e costa dell’Oreto e lavorano per la riqualificazione della Valle.
Quindi solo a Monreale non se ne sa niente?
Mi viene in mente il titolo di un vecchio libro di Danilo Dolci, Spreco, pubblicato da Einaudi nel 1960. All’ingresso dei paesi siciliani Dolci, che era un sociologo, sempre ne poteva notare i segni: era una paralizzante difficoltà nel mettere a buon frutto le ricchezze naturali di un territorio senza mettere in moto politiche predatorie. È una fortuna che la risorgiva di Fontana del Lupo sia stata dimentica, solo così s’è salvata. A questo si è aggiunto l’abbandono delle campagne, col risultato che nella zona fra Monreale e Altofonte non ci sono case abusive. Adesso il nostro compito è proteggerne la bellezza, che davvero è un dono.
La Pro Loco è in prima fila, come è cominciato l’interesse per questo luogo?
Con Luciano Tusa, che è il segretario della nostra Pro Loco, abbiamo detto che ci pensiamo da molti anni ma poi le cose accadono quasi per caso. Lo scorso inverno abbiamo organizzato un’iniziativa per la valorizzazione del cardo vruricato di Pioppo, che è stato poi inserito nell’elenco dei presìdi di Slow Food: fra gli invitati era presente il prof. Giuseppe Barbera, che è un’autorità per le politiche di protezione, e c’era anche il consigliere Angelo Venturella. Poco prima della fine Venturella disse di un suo terreno sul fiume, accettò di accompagnarci. È cominciata così, qualche mese fa con Venturella e Barbera abbiamo fatto il primo sopralluogo.
Quindi un’altra iniziativa della Pro Loco.
È qualcosa che è nell’aria, è il momento giusto. Le pro loco di Monreale e Altofonte stanno già lavorando assieme per ripristinare gli antichi sentieri, un lavoro che richiede attenzione e competenza; voglio aggiungere che i proprietari che abbiamo incontrato sono stati molto disponibili, e questo è importante. In prospettiva potrebbero essere proprio le due Pro Loco a gestire questo tratto di fiume, dalla pulizia dei sentieri alle visite guidate.
Avete avuto dei contatti con l’Amministrazione?
Siamo ancora in una fase iniziale, stiamo lavorando e il Sindaco ne è al corrente. Quanto prima sarà pronto un progetto strutturato per fasi, dal ripristino dei sentieri alla creazione di un vero e proprio parco urbano fra Monreale e Altofonte, i nostri due Comuni normanni. Cercheremo di mettere in sinergia la protezione di questo tratto di fiume miracolosamente scampato al degrado e la sua rispettosa fruizione. Del resto Valle Lupo educa alla bellezza e al rispetto, siamo fiduciosi nel lavoro che potremo fare. È un posto incredibile, in alcuni tratti l’unico paragone che viene in mente è con le Gole dell’Alcantara.