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Mons. Isacchi: “A Giacalone ho visto uomini e donne tra le lacrime, terrorizzati, farsi il segno della croce”

L’Arcivescovo di Monreale: “Fuoco attizzato in modo criminale da persone senza scrupoli e coscienza”

MONREALE – “Di fronte ai devastanti roghi di ieri e dei giorni passati, sento il dovere di esprimere il dolore e la condanna per ciò che con dolo ha deturpato irrimediabilmente la nostra bella terra siciliana”.

Mons. Gualtiero Isacchi, Arcivescovo di Monreale, ha condannato chi ha attizzato il fuoco in modo criminale: “Senza scrupoli e coscienza, non solo non ha a cuore il bene comune, ma se ne infischia anche degli uomini e delle donne che ieri hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni perché circondate dal fuoco”.

L’arcivescovo ieri si era recato sul luogo delle fiamme. “In zona Giacalone ho visto, con i miei occhi, uomini e donne, con i volti bagnati dalle lacrime guardare terrorizzati le fiamme che stavano raggiungendo le loro abitazioni, farsi il segno della croce.

Noi cristiani non possiamo lasciare cadere nel vuoto e nel silenzio quel segno di croce!

Invito tutti i credenti a farsi vicini a queste famiglie; a denunciare decisamente i criminali che si rendono responsabili di tale distruzione; a darsi da fare per la tutela del creato.

Come ogni anno, nel mese di settembre, siamo invitati a vivere il “tempo del creato”: un tempo di grazia che la Chiesa, nel dialogo ecumenico, propone all’umanità per rinnovare il suo rapporto con il Creatore e con il creato, attraverso la celebrazione, la conversione e l’impegno comunitario.

Soffermiamoci su quest’ultima dimensione: l’impegno comunitario. Ieri ho visto le autorità civili prodigarsi, i Vigili del fuoco, la Protezione civile, il Corpo forestale, i Carabinieri, la Polizia di Stato e quella locale, ma anche tanti volontari. A tutti loro va il nostro ringraziamento per il generoso impegno.

In questa linea, invito le comunità parrocchiali e tutti i credenti a vivere attivamente il “Tempo del creato”, avviando iniziative concrete in cui impegnarci tutti nella salvaguardia della nostra Casa Comune.

A noi il compito di coltivare una cultura diversa attraverso piccoli impegni che, avviati in tutto il territorio, potranno essere volano di un reale cambiamento”.

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