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Cara Mariella, voglio separarmi ma ho 2 figli minori, è meglio aspettare la loro maggiore età?

Un amore finito, continui litigi e la paura di fare soffrire i figli. In questo caso è meglio la separazione? "La mia preoccupazione sono i miei figli. Ho paura di perderli"

Cara Mariella.

Sono Stefano, ho 48 anni e sono un tuo concittadino.

Sto vivendo una situazione familiare molto difficile. Ho due figli, uno di 11 e l’altro di 16 anni. Ma da tempo non vado più d’accordo con mia moglie. Non facciamo altro che litigare e non credo che così stiamo dando un buon esempio ai nostri figli.

Abbiamo provato più volte a recuperare ma poi si finisce sempre per litigare, anche pesantemente. Quindi abbiamo deciso di separarci.

La mia preoccupazione sono i miei figli. Io li guardo e cado nello sconforto. So che soffriranno e soffrirò anche io nel non vederli ogni giorno tornando a casa da lavoro. 

Ho paura che non accettino la mia separazione dalla madre e non vogliano più vedermi. Soprattutto il più piccolo.

Ho paura di perderli. Ho paura che questo dolore possa spingerli in futuro verso situazioni sbagliate.

Cosa è giusto? Vivere all’interno di un rapporto malato per amore dei figli? O separarsi? O aspettare che raggiungano la maggiore età affinché possano meglio comprendere le nostre ragioni?

Grazie per la risposta che vorrai darmi,

Stefano

 

Caro Stefano, 

come è già accaduto con la lettera della scorsa settimana, ho ritrovato nelle tue parole un’esperienza vissuta in prima persona.

I tuoi interrogativi sono tanti e sono quelli che la maggior parte affrontano durante la dolorosa esperienza della separazione.

Innanzitutto vorrei rivolgerti un caloroso abbraccio per farti sentire compreso. 

Non sentirti mai giudicato per le tue scelte e non vivere questo momento come un fallimento.

La decisione di separarvi spetta soltanto a voi e nessun momento può essere ritenuto quello giusto se visto con l’occhio di un figlio.

Una cosa però voglio consigliarla a te e a tutti coloro che si imbattono in una situazione coniugale problematica; una terapia di coppia.

Uno psicoterapeuta può aiutare a comprendere e sondare le ragioni che hanno condotto ai litigi, alle recriminazioni e a perdere il sentimento che un tempo legava la coppia. Spesso le cose non dette si accumulano e marciscono creando malessere.

Però, se nulla può più consolidare il vostro rapporto, dovrete comunque ricordare che siete stati famiglia e che nonostante la separazione lo rimarrete in qualche modo. 

L’errore più grande è quello di allontanarsi totalmente perché i figli hanno estremo bisogno che entrambi i genitori si prendano cura di loro. Il tempo di cui tu parli nella lettera è considerato da te, e quasi da tutti noi, in senso cronologico, ma proprio questa tipologia di tempo non è poi davvero importante. Quante giornate siamo a distanza di pochi metri e all’interno della stessa casa ma le porte rimangono chiuse e si dialoga poco e niente con i familiari. Siamo troppo presi da molte faccende per “sentire” veramente l’Altro.

I momenti che dedicherai ai tuoi figli dopo l’eventuale separazione potranno essere ricchi e fruttuosi.

Forse la tua uscita dall’abitazione coniugale ti darà un nuovo slancio nel rinnovare il rapporto genitoriale basato sull’empatia, il dialogo e l’ascolto. Non mentire mai ai tuoi figli e cerca insieme alla madre un iter comune per dare le stesse regole. Cercate di parlare con i vostri figli, insieme papà e mamma, per spiegare i vostri problemi. I figli capiscono, anche se soffrono e non condividono le scelte genitoriali, e finiranno, nell’età matura, per apprezzare la vostra onestà.

Non parlate male l’uno dell’altra, non mettete in cattiva luce l’ex partner perché per i figli rimane sempre il genitore che ama e screditarlo può creare disagio e distacco dall’immagine che si erano creati. 

Per i figli nessuna età è quella giusta per una separazione tra i genitori, la dovranno subire ma ci sono i modi giusti per fargliela vivere al meglio evitando traumi e ferite infette. Un augurio di serenità da parte mia.

P.S. Non sottovalutare la terapia di coppia.

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Mandate entro ogni sabato la vostra lettera all’indirizzo [email protected], con oggetto “La posta del cuore”. Raccontate in dettaglio la vostra esperienza. La risposta di Mariella verrà pubblicata il lunedì.

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Ho 17 anni e non ho ancora un ragazzo, agli occhi di alcune compagne sarei un po’ “strana”. Loro si sentono grandi e raccontano tanti particolari davanti a me facendomi sentire una ragazzina senza esperienza

Cara Mariella,
Ti ho scritto anche se più volte ho cancellato il messaggio. Sono parecchio timida e non vorrei che le mie amiche mi riconoscessero. Frequento un istituto superiore di Monreale, ho 17 anni. Non sono né bella né brutta, una normale e per questo trasparente. Non ho mai avuto un ragazzo. In passato ci sono stati dei tipi che mi interessavano ma non mi hanno calcolato e cosi li ho cancellati. Un po’ mi dispiace non avere un ragazzo ma non lo vivo come un problema, ma sono le mie compagne a farmelo pesare. Loro già hanno hanno avuto tante storie e quasi chi non ne ha è ritenuta una inferiore. Loro si sentono grandi e raccontano tanti particolari davanti a me facendomi sentire una ragazzina senza esperienza.
Agli occhi di alcune compagne io sarei un po’ “strana”, non so se crederci o no, e che peso dare alla situazione che vivo. Anche se non ti nascondo che qualche dubbio mi viene.
Tu che ne pensi?
Ciao e grazie ❤️
M2004

 

Cara M2004,

Ti rispondo da perfetta conoscitrice della situazione. Io al liceo ero molto più piccola delle mie coetanee che già vantavano numerose esperienze amorose, ero “diversa” quasi uno scricciolo. Un po’ dispiaceva anche a me non avere un ragazzo ma mi divertivo un mondo con le mie compagne e condividevo con loro tante esperienze scolastiche e di vita. Sai a volte siamo noi a sentirci diversi e questo ci provoca disagio e ci allontana dall’altro.

Ti assicuro che tu non hai nulla di sbagliato, cerca di vincere un po’ la tua timidezza usando ciò che più ti appassiona come gancio per coinvolgere le tue compagne e poi non buttarti a capofitto su una storia che può non darti nulla e può rivelarsi soltanto un punto in più nel medagliere delle tue amiche. Quando sentirai che sarà “quello giusto” sentirai tante vocine, farfalline nello stomaco ma non ti fidare del primo palpito, sonda fino in fondo chi è il tuo compagno di percorso perché non sempre i visi d’angelo che incantano hanno davvero un cuore nobile. Vivi con leggerezza e goditi il tuo tempo.

Con affetto Mariella.

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