MONREALE – Per i parrucchieri, i barbieri e gli estetisti monrealesi il 5 maggio, la data di estensione della zona rossa, corrisponde ad un mese di chiusura delle loro attività.
“Questa decisione è un insulto alla categoria”, dichiarano alcuni parrucchieri monrealesi. “Non si comprende sulla base di quale dato scientifico i nostri saloni debbano chiudere. Non ci sono studi che dimostrano come nei nostri locali possa essere favorito il contagio”.
“Il nostro ambiente di lavoro è potenzialmente a rischio – racconta con estrema delusione un parrucchiere monrealese , siamo in contatto con tantissime persone. E con molta probabilità qualche cliente sarà pure stato positivo asintomatico. Ma le misure che adottiamo sono talmente sicure che il contagio non avviene. In un anno e due mesi nessuno dei miei dipendenti si è ammalato. Questo è il vero dato scientifico”.
“La differenza con la zona arancione – spiega un altro – alla fine si limita nella sola chiusura dei nostri centri. Tutti gli altri esercizi commerciali rimangono aperti. Anche i negozi di abbigliamento continuano pressoché tutti a lavorare perché vendono articoli per bambini. Non ci si accorge che il contagio non avviene nei locali dove si rispettano le disposizioni di sicurezza, ma altrove”.
“Un’altra conseguenza gravissima della zona rossa è che i nostri clienti andranno nella vicina Palermo, o ad Altofonte. Viene disintegrato in pochissimi giorni il nostro portafoglio clienti creato e curato negli anni” spiega un barbiere di Villaciambra.
“Un mese senza alcun ristoro – lamenta un altro titolare -. Per i nostri dipendenti è prevista la cassa integrazione. Per noi invece non c’è nulla. La competenza non è più nazionale, dato che la chiusura non è legata ad un lockdown indetto dal governo di Roma. È la regione che deve intervenire. Ed intanto paghiamo affitti, utenze. Per molti di noi la situazione é realmente drammatica”.
“E non dimentichiamo – lamentano in coro gli esercenti con le saracinesche abbassate – che l’assenza di controlli seri dà ampio spazio all’abusivismo nel nostro settore. Non fanno lavorare i locali gestiti in sicurezza e aumentano gli abusivi. Quai misure di sicurezza vengono adottate dai lavoratori in nero”?
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Parrucchieri chiusi anche a Monreale: “Noi garanti di sicurezza, gli abusivi no”