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Coltivava la cannabis a fini terapeutici, assolto: in Italia ancora indietro sulla legalizzazione

I malati producono la cannabis in casa perché i farmaci non bastano. A causa di ciò rischiano un processo penale

La cannabis in Italia ancora non è stata liberalizzata né tantomeno legalizzata. La si può utilizzare soltanto a scopo terapeutico ma in alcuni casi specifici. Da circa 15 anni la legge consente di utilizzare la cannabis soltanto per alcuni malati. I prodotti a base di cannabinoidi si possono reperire direttamente dal sistema sanitario nazionale. La maggior parte di questi prodotti proviene dall’Olanda per cui l’Italia, attraverso il Ministero della Salute, li distribuisce alle farmacie private e agli ospedali.

Ma ad usufruirne possono essere soltanto i malati gravi, per esempio chi soffre di malattie degenerative o malati oncologici, e questi devono rispondere ad una serie di requisiti per potere accedere e utilizzare “l’erba terapeutica”. La questione però è molto importante poiché ad oggi la domanda di cannabis a scopo terapeutico supera di molto l’offerta.

Ad affermare ciò sono i Radicali Italiani e Fabrizio Ferrandelli di Più Europa, che oggi sono al fianco di Walter De Benedetto, malato di artrite reumatoide, assolto dopo aver subito un processo penale per aver coltivato nella propria abitazione in maniera autonoma delle piante di marijuana.

Nella foto Walter De Benedetto

Pensate che De Benedetto ha rischiato di scontare 6 anni di reclusione soltanto perché la legge non gli consente di possedere una quantità di cannabis superiore rispetto a quella parte prescritta regolarmente, poiché i dolori di cui tanto soffre non passavano soltanto con le dosi prescritte. Così è finito a processo presso presso il tribunale di Arezzo ma dopo le proteste, le battaglie degli ultimi giorni e la sensibilità dei magistrati, De Benedetto è stato assolto in tribunale.

Un confronto con le altre realtà mondiali

Rispetto agli altri paesi del mondo l’Italia sembra essere molto lontana dalle realtà dove la cannabis è socialmente molto accettata. Pochi giorni fa gli stati di New York, Messico e Virginia sono stati in grado in una sola settimana di approvare la legalizzazione della cannabis a scopo terapeutico e grazie a questa mossa oltre il 40 per cento della popolazione statunitense vive in uno stato di felicità. In Spagna invece, risulta legale e la si può consumare e coltivare per scopi personali e solo in determinate situazioni, ad esempio in ambito privato. Il Canada l’ha già legalizzata nel 2018 e un altro Paese molto conosciuto, dove è legalizzata è l’Olanda dove è anche liberalizzata all’interno del Paese e nei Coffee Shop.

Ieri il partito Più Europa è stato in tutte le piazze d’Italia, insieme ad altre reti di associazioni e formazioni politiche. Davanti al tribunale di Palermo vi era il consigliere comunale Fabrizio Ferrandelli che è stato sempre al fianco di tutti quei malati che lottano per la legalizzazione della cannabis ad usi terapeutici e ha presentato nell’allora 2013, quando era deputato regionale, una proposta di legge che facesse entrare la cannabis nei piani obbligatori della regione siciliana.

“Ancora oggi – sottolinea Ferrandelli – non tutti i malati riescono ad avere una prescrizione o accedere alle poche dosi che sono state messe in campo e molti sono costretti a dover reperire sul mercato, illegale o dell’autoproduzione, cannabis per potersi curare. Lo trovo amorale – continua – perché è ormai risaputo in termini medici l’effetto terapeutico di questa sostanza. Inoltre, – sottolinea – non è un paese civile quello che vieta l’opportunità di cura ad una persona e soprattutto che non venga a creare un mercato farmaceutico che può dare occupazione e sicuramente sottrarre milioni alle narcomafie del mondo. Ciò – conclude – è il motivo per cui oggi siamo stati al fianco di Walter De Benedetto che ha utilizzato la cannabis ad uso terapeutico”.

Ieri Walter ha vinto la sua battaglia, è stato assolto dal tribunale di Arezzo. È una sentenza che fa onore alla giustizia. Anche la pubblica accusa, al termine della requisitoria, aveva chiesto la piena assoluzione di Walter.

De Benedetto scrisse anche a Mattarella

Walter De Benedetto è costretto in un letto della sua casa a Ripa di Olmo (Arezzo) in compagnia della sua gatta Luna, e doveva assumere cure antidolorifiche anche a base di morfina, che distruggevano il suo corpo e la sua mente. Così aveva deciso di iniziare una terapia a base di cannabis e coltivarla anche nella sua abitazione. Nel 2019 qualcuno lo denunciò ingiustamente ai carabinieri ed era partito il classico iter giudiziario, molto doloroso per un uomo ridotto allo stremo delle forze. “Sembrava la fine. E invece…”, racconta Walter. E invece è arrivata inaspettatamente la solidarietà di decine di migliaia di persone che hanno firmato una petizione, battendosi per quell’uomo e per l’umanità mostrata. Perché soffrire in questo modo non è affatto giusto. De Benedetto scrisse anche una lettera aperta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in cui diceva: “Il dolore non aspetta, ma io sono a posto con la mia coscienza”.

E chissà oggi quante persone innocenti sono “a posto con la propria coscienza” che ingiustamente sono state condannate a pene molto severe per aver coltivato alcune piantine di cannabis a scopo terapeutico solo perché lo Stato non riesce ancora, tramite le proprie leggi, a garantire la salute dei cittadini sfruttando questa cura terapeutica del tutto naturale.

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