MONREALE – Si terrà il 4 giugno 2021 l’udienza dinanzi al Giudice del Lavoro nella quale il comune è chiamato a rispondere per un ricorso presentato da 20 impiegati comunali. Si tratta di dipendenti appartenenti al Corpo di Polizia Municipale che ritengono di essere stati penalizzati, economicamente, dal comune, che li avrebbe privati, a partire dal 2014, di una indennità (secondo loro) spettante.
L’importo in ballo, superiore ai 500.000 €, è di quelli che possono mettere in crisi un ente pubblico, specialmente un comune in dissesto finanziario come quello di Monreale.
L’indennità richiesta dai ricorrenti, secondo quando denunciato, non sarebbe più stata riconosciuta dal 2014, dopo che, nel dicembre 2013, il Consiglio Comunale del Comune di Monreale aveva adottato un Piano di miglioramento dei servizi della polizia municipale, modificato poi nel febbraio 2014. I ricorrenti ne contestarono già allora i criteri e la metodologia, tanto da proporre un primo ricorso al T.A.R. di Palermo.
I ricorrenti, rappresentati dall’avv. Roberta Sorgi, accusano la violazione dell’art. 13 della legge regionale 1 Agosto 1990 n. 17, nonché dell’art.6, legge di stabilità regionale per l’anno 2014. Il ricorso è teso a dimostrare che, sino a quando non interverrà un provvedimento di revoca del decreto prefettizio di assegnazione delle funzioni di pubblica sicurezza di cui all’art. 5 Legge Quadro 65/86, sono in possesso dei requisiti previsti dalla legge e, dunque, hanno diritto, a decorrere dal 2014, alla corresponsione dell’indennità rivendicata, maggiorata di interessi e rivalutazione monetaria.
L’amministrazione comunale non avrebbe rispettato le previsioni della legge regionale n.17/1990, non facendosi carico dell’onere di finanziare almeno il 10% dei progetti di miglioramento dei servizi di polizia municipale, ledendo così il diritto dei ricorrenti alla corresponsione dell’indennità.
Il comune di Monreale ha deciso di costituirsi in giudizio, affidando l’incarico all’avvocato Lorenzo Maria Dentici del foro di Palermo, iscritto nell’elenco dei professioni di fiducia dell’ente.
La difesa del comune sarà orientata a dimostrare come l’indennità richiesta dai dipendenti non sia dovuta, perché l’iniziativa regionale, legata al piano per il miglioramento dei servizi di polizia municipale, avrebbe sempre avuto una funzione incentivante ma sempre nel rispetto dell’autonomia organizzativa degli enti locali che hanno la facoltà e non l’obbligo di avviare programmi di miglioramento dei servizi, che devono comunque avvenire sempre su proposta dell’organo di vertice del Corpo di Polizia Municipale.
L’assegnazione delle funzioni di pubblica sicurezza in possesso dei ricorrenti sarebbe quindi solo il requisito previsto dalla legge per la partecipazione ai programmi, e non una condizione necessaria e sufficiente per avanzare pretese risarcitorie nei confronti dell’ente. Il comune di Monreale, attualmente in stato di dissesto, non ha approvato in piena autonomia programmi triennali di miglioramento ed efficienza dei servizi di polizia locale.
Anche contro il comune di Palermo è stato presentato un simile ricorso da circa 700 dipendenti. Ma in primo grado il Giudice ha dato ragione all’ente.
Bello e conveniente permettere a ufficiali e agenti di prestare servizio armati, negandogli il diritto a percepire quegli emolumenti che le forze di polizia, per lo stesso servizio, percepiscono. Ritengo che anche la polizia municipale, pur non essendo una forza di polizia ma comunque un corpo che assicura un servizio di pubblica sicurezza, abbia diritto a percepire almeno una parte degli emolumenti riconosciuti alle forze di polizia. Purtroppo la L.R. 17/90, nata per porre fine a tale diseguaglianza ha delle falle, delle quali gli enti pubblici approfittano, per negare il sacrosanto diritto di aver riconosciuto quanto già previsto per le forze di polizia.