ROCCAMENA – Si ridimensiona in modo significativo l’allarme scoppiato nel comune palermitano relativo ad un potenziale grosso focolaio da covid19. È il sindaco di Roccamena, Giuseppe Palmeri, a spiegare come al momento, fatti i vari accertamenti, siano soltanto 24 le persone risultate positive.
La notizia, riportata da fanpage, sull’esplosione di un focolaio a Roccamena aveva destato molte preoccupazioni. La prima ipotesi era che il contagio fosse avvenuto in seguito alla partecipazione di numerosi cittadini ad un funerale.
Palmeri spiega come sono i fatti siano andati diversamente.
Venerdì 15 gennaio un bambino era risultato positivo al tampone rapido. Appartiene ad una famiglia il cui nonno era da poco rientrato dall’ospedale. Purtroppo si trovava in una fase terminale di una brutta malattia che lo aveva portato alla morte. Sabato si sarebbero tenuti i funerali. “Non appena sono venuto a conoscenza della positività del bambino, e visto che alcune persone del paese avevano frequentato la famiglia in lutto in quei giorni, ho disposto la quarantena per poco più di una ventina di persone. Queste il giorno dopo si sarebbero sottoposte al tampone. Tra questi anche il medico curante che aveva visitato il paziente poi defunto.
Intanto ho disposto che al funerale partecipassero solamente 6 persone, cioè i soli familiari conviventi del defunto. Ho seguito personalmente, assieme ai carabinieri, che questa disposizione venisse rispettata”.
“Poiché il medico era risultato positivo al tampone rapido – racconta il sindaco -, gli ho chiesto di stilare una lista dei possibili contatti che lui aveva avuto dal momento in cui aveva visitato il paziente. È emerso un elenco di 156 persone, alle quali ho chiesto di mettersi in quarantena e di sottoporsi al tampone”.
Venerdì scorso l’USCA ha sottoposto a tampone, a Corleone, tutti i sospettati. Solamente per 2 il test rapido ha dato esito positivo. Intanto era arrivato anche l’esito del test molecolare cui erano stati sottoposti i positivi al test rapido. “Ad oggi possiamo dire di avere 24 positivi in città”, conferma Palmeri.
Dalle prime notizie di stampa era emerso il caso di positività di un operatore del SAI (sistema di accoglienza ed integrazione, struttura che ospita i rifugiati).
Su questo allarme la Lega, per voce della Responsabile Dipartimento Immigrazione, Patrizia Biagi, aveva questa mattina lanciato l’allarme e aveva chiesto al sindaco di Roccamena spiegazioni “in merito ai contagiati tra gli ospiti del SAI di Roccamena, alla loro eventuale quarantena, se è stato effettuato uno screening anche tra gli immigrati e ad opera di quale staff sanitario e di quale distretto, dato che il dipendente citato in articoli di stampa sembrerebbe positivo al Covid 19”.
All’interno del SAI, spiega Palmeri, erano state messe in quarantena 5 ragazze, poi sottoposte al test rapido. “Sono risultate tutte negative, solamente ad una, che continua ad avere una leggera febbre, ho comunque chiesto di sottoporsi al tampone molecolare”.
Ad oggi quindi, come comunica il sindaco, i positivi sarebbero 24, un numero che comunque, in un piccolo paese con una popolazione residente inferiore alle 1500 unità, acquisisce una significatività non trascurabile.