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Messa della notte anticipata alle 18,30 in Cattedrale, limite di 200 persone

Don Gaglio: “Il Natale sarà sempre il Natale, un momento di gioia profonda e di grande speranza”

 

MONREALEL’emergenza Coronavirus, quest’anno cambierà anche il Natale. Anticipata la Messa di Mezzanotte, vietati baci, abbracci e assembramenti, è stato imposto il rispetto delle norme anticovid. I parroci dovranno fare in modo che l’afflusso dei fedeli alle celebrazioni eucaristiche natalizie sia ordinato e in linea con le misure di contrasto alla diffusione del virus. Ma, nonostante tutto, lo Spirito del Natale renderà tutto più sopportabile.

Messa alle 18,30 e limite all’ingresso per 200 persone

“Quest’anno dobbiamo rispettare tante restrizioni – confessa don Nicola Gaglio, parroco della Cattedrale di Monreale – e stiamo organizzando le messe in orari compatibili con il coprifuoco. La messa cosiddetta della notte, ad esempio, sarà celebrata alle 18:30 in maniera tale da permettere alle persone non solo di rispettare le regole ma anche di rientrare a casa in tempo per cenare insieme.”

Durante le celebrazioni saranno garantite, come ogni domenica, tutte le misure anticovid: la Cattedrale di Monreale, avendo grandi spazi a disposizione, potrà consentire la partecipazione ad un massimo di 200 persone, numero massimo consentito a prescindere dallo spazio. 

Ma che Natale sarà? Lo abbiamo chiesto a Don Nicola Gaglio

Don Nicola Gaglio

Ma che Natale sarà? Lo abbiamo chiesto a Don Nicola, che ci risponde con gli occhi lucidi dall’emozione. “Noi cristiani viviamo sempre nella speranza tra le alterne vicende del mondo. Il Natale sarà sempre il Natale, la gioia di un Dio che si incarna e si fa prossimo all’uomo, diventa Emanuele, prende la nostra carne, le nostre angosce, le nostre tribolazioni. Certo, viverlo senza restrizione alcuna ci regalerebbe più serenità ma comunque celebrare il Natale ci fa sentire che non siamo soli. Con Dio la vita dell’uomo acquista un orizzonte vastissimo e sa di infinito, di eterno. E Il Natale è quest’eternità che porta il Signore nella nostra vita. Di certo quest’anno sarà difficile per molte famiglie a causa delle distanze, della mancanza di lavoro o ancora di situazioni economicamente pesanti, ma la gioia dell’essere cristiani vince su tutto e dal punto di vista della fede il Natale è sempre un momento di gioia profonda e di grande speranza. Tra le vicende del mondo, lieti o tristi, rimane sempre un punto fermo e inamovibile che è l’amore eterno di Dio”.

A mancare quest’anno il contatto, che fa parte della nostra cultura

“Quest’anno purtroppo non ci si potrà baciare, non ci si potrà abbracciare, non si potranno baciare le statue di Gesù bambino – continua don Gaglio – gesti importantissimi specialmente per noi meridionali. Il toccare, lo stringere infatti fa parte della nostra cultura. La nostra radice bizantina e greca ci spinge ad un contatto fisico con la materia da venerare. Ebbene, dobbiamo accettare queste limitazioni che ci dispiacciono tanto ma che certamente non ci fanno perdere la pace”.

Non mancherà il presepe, realizzato con statue della tradizione napoletana

Non è stato possibile realizzare neanche il presepe vivente che da qualche anno caratterizza il Natale monrealese ma, di contro, è stato realizzato all’interno della Cattedrale un presepe con statue della tradizione napoletana molto ricche e di grande valore simbolico. 

“Invito tutti a visitare il presepe, sempre rispettando il distanziamento sociale, e ad ammirare le meravigliose statue cariche di significato – dichiara il parroco -. Soffermatevi ad esempio sul dormiente o sullo spaventato e poi, certamente, sulla Sacra Famiglia e sui Magi. Indugiate anche sulla grande stella d’oro che sovrasta il presepe. Una stella, fatta di tessere d’oro, che lega il presepe stesso alla Cattedrale, e poi l’esplosione delle altre piccole stelle che non sono altro che tessere di mosaico d’oro. La stella a 8 punte, simbolo della Vergine Maria, è segno del monastero di Santa Maria Nuova; unita allo scudo normanno diventerà logo della parrocchia cattedrale. Lo stemma del monastero sarà lo stemma stesso del Comune di Monreale.  Il presepe è addobbato inoltre con delle ghirlande che riprendono un’antica tradizione che purtroppo si va perdendo. I nostri padri infatti, nel meridione, quando veniva allestito il presepe all’interno delle famiglie o nelle cappelle votive della città, utilizzavano le immagini di Gesù bambino adornandole con rami di alloro, arance amare e mandarini, vera e propria esplosione di gioia e colore. È questa una tradizione molto antica, segno di festa e devozione che esprime la gioia per il Natale e l’amore per il Signore”.

“Voglio concludere – continua don Nicola Gaglio – con un augurio a tutta la nostra comunità: agli amministratori di continuare a lavorare sempre con dedizione e tenacia per la città che ha in sé, con il complesso monastico, delle potenzialità enormi. A noi chiesa di essere sempre il segno dell’amore di Dio per l’umanità e con particolare attenzione agli ultimi e alle situazioni di fragilità, alla comunità tutta di trascorrere queste feste nella certezza che il Signore ci ama e che la nostra vita sa di eterno”.

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