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Flash Mob dei ristoratori, Arcidiacono: “Disposto a consegnare la fascia tricolore al premier Conte”

Il sindaco chiederà a Musumeci un tavolo tecnico con i ristoratori, "ma gli aiuti dipendono da Conte"

MONREALE – Il primo passo consisterà nell’aprire un tavolo tecnico tra il presidente della regione Nello Musumeci e una rappresentanza dei ristoratori monrealesi. È quanto promesso dal sindaco della città di Monreale, Alberto Arcidiacono, nel corso dell’incontro conclusosi da pochi minuti con gli operatori del settore della ristorazione. Un confronto, al quale hanno partecipato i consiglieri comunali Mimmo Vittorino, Flavio Pillitteri e il consulente del sindaco, Salvatore Giangreco, pacato, collaborativo, che ha visto il primo cittadino raccogliere le proposte dei numerosi imprenditori monrealesi, a conclusione del flash mob che si è tenuto a piazza Guglielmo.

Commercianti a lutto a Monreale

Publiée par FiloDiretto Monreale sur Lundi 18 mai 2020

“Ma – ha precisato Arcidiacono – Musumeci potrà fare poco, poiché la gestione degli aiuti economici è in mano al premier Conte”. Èd è per questo che il primo cittadino ha dichiarato la sua disponibilità, dopo il primo passo con Musumeci che comunque andrà fatto, a recarsi a Roma, assieme ad altri sindaci e ad una rappresentanza dei ristoratori monrealesi: “Consegnerò la fascia tricolore al presidente del consiglio se non sarà venuto incontro alle vostre richieste”.

Arcidiacono ha annunciato che si metterà in contatto con i suoi omologhi del consiglio regionale dell’ANCI, così da coordinare gli interventi e portare avanti le istanze del settore.

“Monreale vive innanzitutto di turismo, e senza turismo noi non potremo sopravvivere”, dichiarava Marcello Pupella nel corso del flash mob, che ha visto la partecipazione di una quarantina di operatori del settore della ristorazione.

“Ci hanno chiuso con il covid e ci vogliono fare riaprire con le stesse problematiche che ci hanno fatto chiudere. Vogliamo rimanere chiusi e lo stato ci deve cautelare” gli fa eco un collega. 

“Il presidente del consiglio ci sta portando alla riapertura ufficiale dei locali solo per non darci aiuti e per farci pagare le tasse. Noi possessori di partita Iva non abbiamo diritto alla disoccupazione né ad altre forme di sussidio. I nostri dipendenti non possono più pagare gli affitti. Non hanno ricevuto nulla. Gli aiuti fiscali di fine anno non sono liquidità. I finti prestiti, concessi in percentuali, aiutano solo le banche. Chi potrà pagare le prime cartelle esattoriali, dopo 3 mesi di chiusura?”

Queste le perplessità mosse dagli esercenti, che hanno ribadito la necessità di giungere ad un confronto con il presidente della regione prima e del consiglio dopo, attraverso l’intervento del sindaco. 

Gli operatori hanno ringraziato Arcidiacono per gli interventi fatti a loro vantaggio, come l’annullamento della TARI per il periodo di chiusura emergenziale, o l’offerta di una maggiore disponibilità di suolo pubblico per i tavolini dei ristoratori. Ma sono consapevoli che sono misure, quelle a livello comunale, insufficienti a supportare la loro riapertura.

“Abbiamo bisogno di riaprire senza restrizioni, senza sanificazioni giornaliere. Perché noi ristoratori chiusi da tre mesi abbiamo l’obbligo della sanificazione, a differenza dei supermercati, aperti durante la pandemia. Perché devo sanificare i miei tavoli a fine turno, ed invece gli autobus devono farlo solo a fine giornata? Sarebbe corretto che si intervenisse dopo che ogni persona sale”. A queste condizioni, è stato il coro unanime, io non apro.

1 Commento
  1. Giovanni CGIL MOnreale scrive

    I commercianti , gli imprenditori hanno ragione per la situazione che stanno vivendo .
    Mi risulta che tantissimi lavoratori diciamo dipendenti di alcune attività della ristorazione sono stati esclusi dai provvedimenti . come la cassa integrazione , la disoccupazione per il motivo principale , hanno lavorato in nero . Mi auguro che alla ripresa questa dannosa situazione non sa da ripetere perchè chiederemo agli ispettori del lavoro di verificare .

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