CINISI – Non chiede vendetta, ma giustizia si. Dal palco allestito nella piazza di Cinisi, dove circa quattromila persone si sono recate ieri pomeriggio per dare l’ultimo saluto a Paolo La Rosa, la sua mamma, Loredana Zerbo – lancia un appello: “Non pensate alla vendetta, noi non vogliamo questo. Crediamo e abbiamo piena fiducia nella giustizia”.
Sul palco la mamma di Paolo sale con il padre, Carlo, e la sorella, Giuliana. “Chiediamo solo che chi era presente e ha vissuto quel momento, vada dai Carabinieri e parli, non state in silenzio. Il silenzio non aiuta nessuno nemmeno voi stessi, perché vi fa stare male, se voi sapete, qualsiasi cosa avete visto, anche una sciocchezza, andate dai Carabinieri”.
Momenti di forte commozione da quando il feretro di Paolo ha lasciato la casa, vicino il ristorante di famiglia, per giungere dinanzi alla chiesa Madre.
La cerimonia è stata celebrata all’esterno da Mons. Pennisi, Arcivescovo di Monreale, che ha abbracciato le comunità di Cinisi e Terrasini colpite da questo forte dolore: “Siamo di fronte un diffuso analfabetismo etico, per una distorta percezione del bene e del male”.
La vita di Paolo si interrompe a 20 anni, in seguito alle numerose coltellate ricevute da Alberto Pietro Mulé, in compagnia del cugino Filippo Mulé, entrambi finiti agli arresti.
Gli amici lo salutano con un arrivederci, portano una maglietta con su impressa la sua foto di un viaggio in America, dove Paolo voleva tornare, con la scritta “Ci rivedremo di nuovo…”.
La famiglia ha deciso che le donazioni in denaro ricevute saranno devolute al reparto Oncologico pediatrico dell’ospedale Cervello di Palermo.
Il feretro di Paolo viene portato in spalla lungo corso Umberto I dai suoi amici.