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Monreale, il ficus della villa affetto da un fungo aggressivo, necessari interventi immediati

MONREALE – Uno dei due ficus magnolie centenari che abbelliscono la villa comunale è stato infettato da un fungo. Sarà necessario un intervento repentino, ma anche altri studi più approfonditi per decidere quale strategia migliore attuare e le eventuali cure da apportare, nella speranza che il ficus possa ritornare ad essere quello di un tempo.

È questo in sintesi il contenuto della relazione presentata al comune di Monreale dal prof. Livio Torta, ricercatore e docente di Fitopatologia dell’UNIPA.

In seguito della richiesta inviata il 18 ottobre dal Sindaco Di Monreale, Dott. Alberto Arcidiacono, alla Facoltà di Agraria dell’Università di Palermo e precisamente al Prof. Stefano Colazza, Direttore del Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali (SAAF) dell’Università degli Studi di Palermo, dove si chiedeva il sopralluogo da parte di personale specializzato, allo scopo di valutare lo stato sanitario del Ficus Magnolie attaccato da un fungo e per definire le eventuali più opportune strategie d’intervento, il 22 ottobre, il Prof. Livio Torta, accompagnato dall’assessore Ing. Geppino Pupella, dall’assessore Dot. Nicola Taibi e dal consulente del Sindaco Dot. Salvo Giangreco si era recato presso la Villa Comunale (Belvedere) di Monreale per effettuare un primo sopralluogo.

Ieri mattina, nella sua relazione, il Professore Torta sottolineava alcune criticità che non vanno sottovalutate, ragion per cui bisogna intervenire in tempi brevi. Il ricercatore aveva anche prelevato un campione delle evidenti e voluminose fruttificazioni di funghi basidiomiceti riconducibili a Ganoderma sp., un noto microrganismo degradatore, visibili alla base del tronco, affinché il Laboratorio di Patologia vegetale del Dipartimento SAAF li mettesse in coltura allo scopo di identificarne con esattezza la specie di appartenenza.

La chioma della pianta è risultata assai trasparente e le poche foglie presenti di dimensioni ridotte e di colore verde pallido.

Sempre da una prima osservazione – scrive il Professor Torta – “si nota che numerosi rami, anche di notevole lunghezza, mostravano una vegetazione stentata e, in alcuni casi, si osservano fenomeni cariogeni a carico dei tessuti legnosi interni”.

“Tuttavia – continua il Prof. Torta – in alcuni robusti rami, recisi a seguito di un recente intervento di potatura, si vedono affastellamenti di vegetazione caratterizzati da germogli vigorosi con foglie estese e dalle lamine colore verde intenso. Inoltre, dalle masse di radici aeree e avventizie prodotte dagli stessi rami, si rileva la presenza di giovani radichette vitali, robuste e ben sviluppate, che fa ben sperare.

L’esperto ha concluso la sua relazione dicendo che “sulla base del quadro sintomatologico e determinata anche la natura dei segni prodotti (fruttificazioni fungine), si ritiene che l’esemplare di ficus in parola risulti infetto da un agente cariogeno che colonizza i tessuti legnosi interni, in grado di progredire tanto più velocemente, quanto meno reattivo risulti l’ospite”. Pertanto – suggerisce il Ricercatore – “i primi passi da fare, considerando la reattività dell’albero, pur non garantendone il risanamento, dovrebbero essere messi in atto il prima possibile. Ulteriori e più opportuni interventi possono essere concordati anche consultando Arboricoltori e Botanici, con maggiori competenze sulla fisiologia di F. macrofilla f. columnaris.”

Ed è per questo che, a breve, sarà istituito un tavolo tecnico in modo da studiare la strategia migliore da attuare e le eventuali cure da apportare, nella speranza che il ficus possa ritornare ad essere quello di un tempo.

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