Palermo, 9 gennaio 2019 – Slitterà con ogni probabilità alla prossima settimana l’esame della finanziaria regionale, la cui approvazione permetterebbe la partenza della programmazione regionale e di conseguenza degli enti locali. Nonostante le rassicurazioni di oggi del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè sulla possibilità che la finanziaria possa approdare in Aula venerdì per essere incardinata, si presume che si possa entrare nel vivo della discussione solo dal 15 in avanti.
Resteranno quindi solo due settimane per l’approvazione di un documento che si preannuncia snello, ma peraltro non condiviso da tutti i partiti, in testa il Partito Democratico e il Movimento Cinquestelle. Il testo della finanziaria in origine era composto da 16 articoli. Nel ddl sono contenute “norme che mirano a favorire gli investimenti, i consumi e il radicamento nella Regione di nuclei familiari e individui non residenti ad alto potenziale economico – si legge nella relazione introduttiva – ampliando la portata incentivante già prevista in proposito dalla normativa nazionale”. “Inoltre, al fine di fronteggiare la grave situazione finanziaria dei liberi consorzi comunali e delle Città metropolitane, nelle more della rimodulazione dell’indebitamento degli stessi è stato previsto un incremento delle risorse destinate al fondo per investimenti dei liberi consorzi comunali e delle Città metropolitane”.
L’incremento “è destinato prioritariamente al pagamento delle quote di capitale delle rate di ammortamento dei mutui accesi dai liberi consorzi comunali e delle Città metropolitane per il finanziamento di spese di investimento”. La norma prevede anche misure di agevolazione al credito in favore delle imprese, compresi interventi per il sostegno delle imprese vittime di usura e/o estorsione, e misure volte ad incentivare lo sviluppo della mobilità sostenibile urbana attraverso l’uso di mezzi pubblici e privati non inquinanti.
Approvata la finanziaria a fine gennaio e scongiurato il prolungamento dell’esercizio provvisorio di un altro mese, l’Assemblea regionale dovrà mettere mano al cosiddetto “collegato”, un documento che contiene una serie di norme stralciate, proprio per rendere snello il documento principale.